Ciao,
Io sono Vincenzo e questa è zio: la newsletter che ti costringe a fare i conti con la tua carta d’identità.
Le vacanze sono finite, un nuovo anno è appena iniziato, e per una parte di popolazione italiana molto precisa e anagraficamente circoscritta questo gennaio 2020 ha significato soprattutto una cosa: “mega sessioni di rewatch di Skam Italia 😻🤪🥰”.
Conosci? Non conosci? Anche stica? Vediamo.
Cos’è ‘sto “Skam Italia”?
“A un certo punto mi sono dovuta dare un pizzicotto a un braccio per rendermi conto che non ero io quella che stava aspettando la telefonata”.
Una partecipante a un focus group su “Skam”, parlando di una scena della serie.
“Skam” è una serie tv. È andata in onda in Norvegia dal 2015 al 2017 (significa “vergogna”), è stata riadattata in vari paesi, e in Italia è alla terza stagione.
Tutte e tre le stagioni italiane sono state prodotte da Cross Productions e TimVision, e distribuite da TimVision stessa (due gratis, una in abbonamento). Da inizio anno però le trovi anche su Netflix: ecco perché è partito il rewatchone generale, e perché ne stai forse sentendo parlare proprio adesso. Quest’anno arriverà anche la quarta.
Ma andiamo con ordine. La primissima cosa che devi sapere su Skam è che è stata concepita per gli zoomer in tutte le sue componenti. Esempi:
Al centro del racconto c’è la loro vita quotidiana, fatta di piccoli amici, piccole sudorazioni e piccole pare;
È piena di riferimenti a Instagram e chat di WhatsApp;
È pensata per essere distribuita in un modo più possibile aderente al concetto di "consumo mobile per teenager" — scusate la formula.
Spiego quest'ultimo punto. Già con l’edizione norvegese, ogni giorno veniva pubblicato sul sito un mini-estratto di qualche minuto che durava fino a mezzanotte, e che a fine settimana andava a comporre l’intera puntata. Ai fan non era dato sapere a che ora precisa sarebbe uscito.
Altra cosa: su Instagram trovavi e trovi contenuti inediti condivisi da “finti” account dei protagonisti (esempio) creati ad hoc per simulare una loro vita reale — praticamente come questo account che simula la vita di un Di Maio parallelo che si chiama @luigi.di.maio.somiglianza, ma con le turbe ormonali.
Dal punto di vista grafico, poi, Skam è super riconoscibile: in tutte le puntate ricorre un testo giallo gigantesco con ora e data. Serve a connotare temporalmente la scena, ma è anche l'ora in cui quello spezzone di puntata viene pubblicato — e tu per star dietro a queste pubblicazioni random devi iscriverti a un gruppo WhatsApp o refreshare il sito: si può essere più Gen Z di così?
Io non penso. E infatti il successo tra i giovanissimi è stato incredibile: in Norvegia, la tv pubblica NRK l’ha prodotta ma pubblicizzata zero, proprio perché arrivasse sulle bocche dei teen senza passare dai vecchi canali promozionali.
Alla fine ha fatto tombolone: il finale della terza stagione ha raccolto un milione di contatti in un paese in cui ne abitano cinque, e ha spaccato talmente tanto da aver conquistato una gigantesca fandom internazionale.
Da lì Skam è stato poi venduto e riadattato in vari paesi, e adesso ti ritrovi “Skam France”, “Skam España”, "Skam NL", "Skam Salcazzo", “Skam Austin” (quello americano, distribuito su Facebook Watch) e "Skam Italia", appunto. Eccolo qua.
Di cosa parla "Skam Italia"?
Di base Skam sembra una normalissima serie sulla vita di un gruppo di teenager. In pratica però è qualcosa di diverso.
Intanto è stata riadattata dall’originale e riscritta in varie lingue, come detto. Poi la costruzione della trama, dei comportamenti dei protagonisti e del loro linguaggio è frutto di mesi e mesi di ricerca: nella fase iniziale sono stati sentiti e studiati tantissimi ragazzini-campione (nel caso norvegese 250, a cui si aggiungono ore di osservazione dei canali social, visite nelle scuole, statistiche su statistiche e 1200 provinati), il tutto con risultati piuttosto evidenti.
Infatti ti ritrovi dialoghi credibili, cringeate contenute, espressioni e manie abbastanza verosimili, condite da una recitazione ok — a quanto pare sarebbe stata lasciata molta libertà agli attori sull’interpretazione dei personaggi e sulla durata delle singole scene.
In più, in Italia è stato scelto di ambientare il tutto a Roma: che da una parte ti fa dire “madonna non ci credo ma solo a Roma esistono i liceali?”, ma dall’altra — grazie a inflessioni e slang — rende tutto più vero nel linguaggio colloquiale.
Una scena tratta dalla terza stagione di Skam Italia (immagine dell’autore)
Comunque sia, trama generale di Skam Italia: al liceo Kennedy di Roma ci sono vari gruppetti di amici. Fanno cose da teen, vengono da famiglie economicamente stabili ma piuttosto anaffettive, cantano Calcutta in riva al lago e giocano a calcetto con gli zaini al posto dei pali. Tutto rego.
La prima stagione è incentrata su Eva: sta con un ragazzo di cui non si fida mai completamente, ha litigato mortalmente con la sua migliore amica, a scuola si sente un po’ sola, ma col tempo riuscirà a farsi una nuova cerchia di amicizie abbastanza variegata.
Il protagonista della seconda è Martino: s'innamora di un ragazzo anche se non è proprio sicuro di essere gay. Nella terza Eleonora cede alle avance di Edoardo, che passa per essere il bello della scuola ma anche uno dei più grandi coglioni sulla faccia della Terra (dice lei). La quarta sarà dedicata a Sana. Segni particolari: musulmana.
Ma adesso, tre cose in elenco puntato per giustificare il fatto che viste così 'ste trame sembrano un po' basic:
Uno, non volevo spoilerare;
Due: è la quotidianità dei teenager italiani, ti aspettavi i razzi Al-Quds?
Tre, ogni personaggio è un potenziale protagonista: quindi se ti capiterà di guardarla, bada a costruzione e sviluppo delle personalità più che all’arco narrativo.
Le edizioni nei vari paesi sono più o meno simili: alcune somigliano di più all’originale norvegese, alcune si fanno bastare la macro-trama. Capita spesso però di ritrovarsi davanti a scene quasi identiche, solo con attori e lingue diverse.
Tipo: quasi tutte le prime puntate della prima stagione cominciano con la lettura fuoricampo di un tema. In alcune edizioni è una tirata pseudo anti-capitalista, in Italia è sull’inutilità di latino e greco a scuola.
In ogni versione scopriamo subito che la coppia sarà il centro del racconto, e che la ragazza si fa di sasso ogni volta che vede l’ex amica passarle vicino. Poi si parla di una festa, o di una talent night, robe così, ma a fine puntata è certo che nella fidanzata verrà inoculato il germe del sospetto.
Info aggiuntiva: in rete si trovano siti a tema, raccolte delle varie edizioni nazionali e versioni sottotitolate, per un indotto parallelo tirato su dai fan ad uso e consumo di altri fan in giro per il mondo — proprio come te ;)
Perché dovrebbe interessarmi?
“Ciao Vinc, ti voglio bene: ma perché mi stai parlando del Dawson's Creek degli anni Dieci?”.
Ecco: se avessi pubblicato questa puntata di zio senza spiegare perché Skam dovrebbe interessarti — come sto per fare ora — probabilmente questo esatto messaggio qui sopra sarebbe stato la nuova hit della mia Gmail.
E invece posso spiegare. Intanto Skam Italia ha collezionato milioni di views: tra l’altro basta farti un giro all’hashtag #saveskamitalia su Twitter, nato per chiedere il rinnovo dopo la terza stagione, per capire utenza e numeri.
Numero due: all’estero ci stanno scapocciando. Qualche tempo fa BuzzFeed l’ha consigliata come una delle serie non-in-inglese da vedere assolutamente — parlo ancora della versione italiana —, e tra gli account tributo è la più apprezzata dopo l’originale.
In rete si trovano versioni un po’ illegali ;;;;) sottotitolate in varie lingue, mentre su YouTube puoi vederti degli americani fare le video reaction delle puntate — ripeto: esistono teen anglofoni che parlano di cose fatte in Italia, di quante altre robe italiane degli ultimi anni puoi dire lo stesso? Forse di qualche trapper della prima ora. O di qualche babbo che se la prende con la pizza all’ananas. Ma basta.
Terzo: come hai potuto capire, Skam è un esperimento abbastanza innovativo — “crossmediale” dicono allo Iulm e quelle altre univ.
Quarta cosa: i temi. Che possa piacere al limite dell’ossessione o essere ritenuta una specie di Beautiful della Roma centro-nord, Skam Italia ha il pregio di parlare delle cose che è giusto un ragazzo tra i 13 e i 18 anni senta dire, facendolo in modo onesto e con la sua stessa lingua.
Una scena cult di Skam Italia (immagine dell’autore)
E quindi si parla di salute mentale, omosessualità, prevenzione, libertà sessuale e pregiudizi, rilanciando messaggi generalmente condivisibili, sempre umani, attraverso una narrazione comunque coerente e totalmente nuova in Italia.
In pratica sembra che l’intento educativo riesca a non scadere mai nel didascalico o nel moraleggiante, e che la serie mostri un vissuto più che stare lì a spiegarlo, risultando in definitiva molto più potente nel comunicarlo.
A tal proposito, in questa ricerca sulla serie norvegese — che spiega come la NRK abbia fatto tutto per riavvicinare il pubblico più giovane alla tv tradizionale— ho trovato questa cosa qua:
“The team even formulated a ‘mission statement’ which defined SKAM’s vision: to ‘help 16-year-old girls to strengthen their self-esteem by breaking taboos, make them aware of interpersonal mechanisms and demonstrate the rewards of confronting fear’”
Che come punto di un manifesto mi funziona.
Quindi bella lì: in fondo forse oggi ha più senso spiegare ai ragazzi perché è giusto andare al Pride attraverso Skam, che portarli in piazza a reggere un cartello a forma di pesce azzurro — oops.
Tu cosa ne sai?
Ho visto tutto Skam Italia in tre giorni. Ho visto molte puntate anche delle versioni straniere. Ma per completezza d’informazione ho mandato un mess anche a Marina Pierri, direttrice artistica di FeST - Il Festival delle Serie Tv. Mi ha risp questo:
Grazie Marina.
Cos'altro dovrei sapere?
Guardandola imparerai molte nuove espressioni, tipo shippare qualcuno — se vuoi di questa cosa parliamo a parte;
Il budget per le stagioni 2 e 3 in Norvegia è stato di un milione e passa di euro (è poco);
Sempre in Norvegia, i ragazzi tra i 15 e i 19 anni che dichiaravano di conoscere la serie erano il 98%. Oof;
Negli USA Skam è arrivato tramite la XIX Entertainment di Simon Fuller, quello del format Idol (e manager delle Spice Girls), e nella scrittura è stata coinvolta anche la creatrice dell’originale norvegese, Julie Andem.
In Italia i nomi da ricordare per la sceneggiatura sono Ludovico Bessegato, Ludovico di Martino (anche registi), Anita Rivaroli, Marco Borromei e Alice Urciuolo.
E con questo è tutto. Spero che il tuo 2020 sia iniziato alla grande.
Ti saluto: condividi, seguimi, fai un po’ quello che ti pare. Ciao!