Finiamo nella morsa di Huggy Wuggy
Come il personaggio di un videogioco indie sta diventando il cattivo delle storie della buonanotte.
Ciao,
Io sono Vincenzo e questa è zio, la Newsletter Ufficiale del Futuro.
Che dici? Come te la passi? Io tutto apposto dai. Qualche giorno fa ho compiuto 36 anni, ossia quell’età in cui nei moduli online e nelle statistiche cominci a essere infilato nello stesso gruppo dei 45enni. Questa è la mia nuova firma: 🤙🏄♂️
Non mi resta molto tempo, cominciamo subito.
Ravioli
Ho 36 anni da meno di un mese e non è cambiato niente — non è che mi aspettassi che alla mezzanotte del mio compleanno dovesse succedere qualcosa di magico, chiaramente. È più il numero.
Il numero, e la sensazione che il cambiamento reale stesse già arrivando da più lontano, costante e inesorabile come un Polar Express che sbuffa a velocità costante in una valle di schiuma da barba e peli pubici: ossia il fatto che mi sorprenda sempre meno per le cose.
Voglio dire, alla mia età — e dopo un paio di annetti così — ti sembra quasi di averle viste tutte, nella vita. Che non ci sia spazio per la sorpresa.
L’asticella dello stupore si alza, finisci col meravigliarti sempre meno. È come se perdessi ogni giorno mezzo centimetro di gusto per la novità, di senso per lo sbalordimento. Almeno io.
Ci pensavo l’altro giorno ragionando su un ricordo totalmente gratuito: le prime cene al ristorante cinese, da adolescente.
Sono cresciuto in Calabria tra i Novanta e i Duemila in una città sufficientemente grande per sostentare una vita sociale di base, ma abbastanza fuori dai circuiti turistici per proporre una ristorazione variegata, “internazionale”.
Avevamo i pub, le pizzerie, le osterie. E due ristoranti cinesi. Due: gli unici “etnici” che ricordi — non c’erano ancora All you can eat o i pseudo sushi, ma i primi ravioli, le robe in agrodolce, i polli coi peperoni, le nuvolette. Robe così.
Ci pensavo, e pensavo a quella sensazione di novità proibita — te la ricordi? Di gusto inspiegabile. A quanto provassi a sentirti cosmpopolita senza capirci molto, senza aver viaggiato un cazzo. A che sapore avessero quei piatti, da dove arrivassero. Al lusso che ti concedevi senza eccessi, di tanto in tanto.
Pensavo a quando stavo a tavola e sembrava tutto strano, stordito. E mi manca quella sensazione: andare al cinese e scoprire che esiste un altro ventaglio di sapori, un modo diverso di stare a tavola, un’altra variante di acidità di stomaco. La novità totale, sapere che c’è ancora margine.
Mi dirai: fatti un bel viaggio — e grazie. Ma faccio questa premessa per due motivi. Il primo: mi andava di scriverla e trovare con te un mezzo gancio emotivo. Il secondo, tieni a mente questa sensazione: adesso proviamo a ritrovarla insieme.
Cos’è “Poppy Playtime”?
Da qualche settimana le classifiche delle tendenze di YouTube, e una rilevantissima parte della produzione TikTok, hanno cominciato a riempirsi di video a tema Huggy Wuggy.
Si tratta di un personaggio tratto dal videogioco “Poppy Playtime”. Gira su Windows, costa 3 o 4 euro, ed è un horror/puzzle game in prima persona ambientato in una fabbrica di giocattoli dismessa.
Qui un “walkthrough”, ossia la registrazione di un’intera partita.
Trama del gioco: sei un ex dipendente della “Playtime Co.”, sei stato licenziato una decina di anni fa, e ti aggiri nello stabile per compiere micro-missioni e risolvere rompicapi.
A una certa trovi questo Huggy Wuggy, il “cattivo”: una specie di pupazzone malvagio che ti insegue per abbracciarti fino a morire. Devi cercare di scappargli tra corridoi e cunicoli.
Lontano ma inesorabile, l’Huggy Wuggy appare all’improvviso con le sue forme da giocattolo finito male, l’azzurro intenso dei suoi peli e i denti affilatissimi. Ha la capacità di sbucare da qualsiasi angolo. Sangue freddo, devi provare a uscire dalla fabbrica portando in salvo una bambola. Finito.
Il gioco è stato sviluppato dalla casa di produzione indipendente MOB Games ed è uscito nell’ottobre del 2021. È stato accolto molto positivamente, e in soli due mesi ha superato le 10mila recensioni positive su Steam, una delle principali piattaforme di distribuzione digitale.
È già ovviamente finito al centro di un mezzo NFT drama, e a brevissimo dovrebbe uscirne un secondo capitolo. Ma non è questo il punto.
Cos’è ‘sto Huggy Wuggy?
Il punto è Huggy Wuggy, e il fatto che sia diventato protagonista di milioni di contenuti a prescindere dal videogioco da cui è nato — dalle fanfiction in italiano (di “fanfiction” avevamo parlato qui) ai TikTok da 45 milioni di views.
Dal giorno della sua uscita, “Poppy Playtime” è cresciuto mooolto velocemente. Sarà stato per il meccanismo semplice, per aver incontrato il favore di qualche profilo influente, o per la velocità di gioco, ma in poche settimane è diventato il gioco da provare, da mostrare in live. Quello di cui parlare e per cui esaltarsi.
Particolare mega rilevante: è un horror. E quindi oltre all’essere uno dei titoli del momento, “Poppy Playtime” è anche il gioco dello spaventone, quello delle mostruose apparizioni di Huggy Wuggy, della sua straziante rincorsa verso chi lo affronta.
Tutto ciò ne ha fatto velocemente merce molto golosa per qualsiasi creator avesse bisogno di content, di materiale potenzialmente ottimo per andare virali: e quindi hanno cominciato a circolare dirette e clip in cui i gamer si riprendono impauriti mentre attraversano corridoi, o reagiscono in modo esagerato davanti ad Huggy Wuggy.
Questo qui sotto è un video tratto dal canale CoryxKenshin. Ti basteranno i primi quattro secondi per capire di cosa sto parlando: è stato uno dei primi a condividere un gameplay di “Poppy Playtime” con tanto di over reaction alla comparsa del mostro, e con questa clip ha accumulato in poche settimane quasi 27 milioni di visualizzazioni — incontro il mostro, perdo la brocca, guadagno views.
Giuro, 4 secondi.
Messo al centro di contenuti costruiti attorno al gioco del momento, Huggy Wuggy è finito quindi per esser consacrato — in qualche modo — come nuovo cattivo dell’Internet.
È diventato la bestia spaventosa dalla quale non si può scappare, davanti cui reagire incontrollabilmente. Un incubo, ma anche una fruttuosissima storia da raccontare — se sei abbastanza giovane o sensibile da farti suggestionare.
Da qualche tempo in rete si susseguono storie di scuole preoccupate dalla diffusione di “sinistri video su Huggy Wuggy”, appelli vari, paragoni con psicosi di massa in stile Momo e Jonathan Galindo. La polizia del Dorset, in UK, avrebbe addirittura consigliato ai genitori del posto di vietare il gioco.
Alla fine Huggy è diventato un personaggio da storia della buonanotte. È effettivamente scappato via dalla fabbrica di giocattoli, ed è finito nel salotto di casa nostra.
Riso alla cantonese
In tempo incredibilmente veloce, Huggy Wuggy è passato dall’essere un cattivo da videogame a diventare il cattivo ben oltre “Poppy Playtime”, solleticando la fantasia dei più piccoli — e degli youtuber. Da lì, a farlo finire in migliaia di contesti diversi da quello in cui è nato, il passo è stato mega breve.
Da mesi circolano video in cui gli autori cercano di allargare la narrativa su Huggy per andare incontro a un pubblico giovanissimo e avido di contenuti sul tema.
Ci sono clip in cui si ricostruisce tutta la sua vita, in cui si parla della sua storia d’amore con “Kissy Missy”, in cui si cerca di capire cosa ci sia al suo interno. Canzoni a tema dai contenuti pseudo-macabri. Clip in cui si confessa di aver “visto Huggy Wuggy per davvero!”, o che — “Incredibile”! — c’è “Huggy Wuggy a casa mia!!”.
Al minuto due lei si fidanza con un personaggio di “Squid Game” perché: perché no.
Ogni possibile storia su Huggy è stata scritta e costruita, a totale beneficio delle numeriche dei canali che l’ospitano. In Italia il trend è stato adottato quasi subito, e a diffonderlo sono stati soprattutto quei creator del genere che per convenzione chiameremo “Post-Me Contro Te”.
Passo indietro: se ti ricordi qualche mese fa avevamo parlato dell’incredibile universo dei contenuti digitali per bambini, e dell’ascesa dei “Me Contro Te”: una coppia di youtuber adulti che grazie a clip pensate per i più piccoli ha creato da zero un’incredibile carriera fatta di fama (eccoli a “Verissimo”), centinaia di milioni views, dischi di platino e tre box office al cinema.
Ecco: questo genere di offerta, dopo qualche anno, ha finito per dar vita a una legittima e infinita schiera di emuli che stanno cercando di intercettarne audience e modelli. Da qui la definizione “Post-Me Contro Te” (ma cerchiamone una nuova insieme, non mi piace), per dare un nome a una nuova genia di creator e contenuti basati su questo stesso schema.
Si tratta solitamente di una coppia di ragazzi over 25, spesso coinvolti in una relazione romantica o familiare, abituati a girare video in casa e col vezzo d’enfatizzare una fortissima pronuncia regionale (pugliese, siciliano, romagnolo: probabilmente perché considerato tratto comico, ma anche intimo e familiare, penso io).
Cifra stilistica: i dialoghi così basici da sembrare surreali, le esclamazioni buffe e reiterate, le risate isteriche, le gag elementari — un paio di nomi: Dinsieme, Rebby e Molly, Ninna e Matty.
Sì, Huggy Wuggy si sposa e ha invitato loro — non te.
E quindi insieme alla schiera di gamer che lo infila nelle partite di Minecraft, GTA o Roblox, è soprattutto questo tipo di youtuber, in Italia, a declinare Huggy Wuggy in qualsiasi modo concepibile.
Ti metto qui sotto un po’ di video a tema da centinaia di migliaia di views (quando non milioni), quasi tutti finiti nella chart delle tendenze YouTube nelle ultime settimane. Giusto per darti un’idea di quanto sia ampia ‘sta cornice narrativa:
Tra l’altro da qualche giorno anche gli stessi “Me Contro Te” hanno cominciato a parlare di Huggy Wuggy con una frequenza quasi ossessiva (ho contato almeno una decina di video in due settimane), non facendo altro che battezzare ufficialmente l’esistenza del trend, e alimentandone ancora di più — clamorosamente, insospettabilmente, irrefrenabilmente — la viralità futura.
Chiudo il ragionamento: ogni volta che guardo questi video mi sembra di provare di nuovo gli involtini primavera per la prima volta.
Ti aspettavi parlassi di “Pushing P”? No, volevo solo dire questo.
Ritieni che il personaggio di un videogioco indie che diventa il cattivo di Internet — ma anche una fruttuosissima content opportunity — non sia un argomento rilevante? Credi che il mondo dei contenuti digitali per minori non sia affar tuo?
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Buona fine e buon inizio 🏹
Dreaming primo cinese
Grazie come sempre, zi, e auguri vivissimi 🎉