Siete, ancora ed oggi come sempre, dei poveri comunisti
Forse da oggi guarderai alla politica e a Bugs Bunny in modo diverso.
Ciao,
Io sono Vincenzo e questa è zio, la newsletter che scotta — è luglio, ci sta.
Che si dice? Non ci sentiamo da una quindicina giorni e la ragione è molto semplice: non volevo che questa newsletter diventasse proprio settimanale, quando l’ho cominciata. Poi mi sono fatto prendere. Devo darmi una calmata.
Comunque sia, andiamo belli dritti al punto come formiche trentenni su un pezzo di crostata adolescenziale: oggi parliamo del meme del momento, e da lì partiamo per una riflessione a caso.
La sto buttando giù mentre scrivo. Chissà dove ci porterà questa nuova avventura.
Mi stai dicendo che Bugs Bunny è un c o m u n i s t a?
Ciao, rieccoci. Negli ultimi giorni sta girando parecchio questo genere di meme. Te lo faccio vedere subito così ci intendiamo.
Io: Ho dei McNuggets / Il mio cane: “Abbiamo”
Magari lo hai già visto: è nato poche settimane fa e adesso è arrivato anche in Italia, adottato prontamente da alcuni paginoni bomberisti sui social.
Spiega del meme, comunque: c’è Bugs Bunny con questa espressione puntigliosa, e in genere specifica che la cosa di cui si sta parlando non è appannaggio di una sola persona, ma anche sua. Condivisa. Condivisione dei beni. Praticamente il comunismo.
E infatti sulla faccia del coniglione, sotto alla frase di questo qualcuno che caldeggia il possesso di qualcosa, ci trovi il layer di una bandiera sovietica in trasparenza. Più in basso, testuale, la risposta che ci fa capire che quella stessa cosa è proprietà comune. “Our”, “la nostra” cosa.
Per rafforzare il meccanismo del meme, facciamo finta di riprodurne uno insieme.
Dovremmo andare a cercare la “base” (l’immagine pulita), aggiungere un testo in alto che espliciti la possessione del bene, e piazzare la posa di Bugs in basso, con risposta testuale che ricordi che quella cosa è anche sua. Proviamo con le mentine.
Amico: “Qualcuno ha una caramella?”
Io: “Sì, io ho le mie mentine”
Bugs Bunny puntiglioso: “Le NOSTRE mentine”
Bugs sarebbe l’amico che ti fotte tutte le Frisk. Ci siamo capiti.
Il meme sta schizzando in alto proprio mentre ti parlo (guarda qua quanto lo stanno digitando su Google in queste ore). Ho cercato di capire come sia nato, ma è totalmente inutile: non tanto perché non ci sia riuscito, quanto perché è probabile sia venuto fuori in modo totalmente casuale.
Il frame proviene da una scena di un “Merrie Melodies” — i cortometraggi animati Warner Bros. — del 1940. Eccola qua:
Taddeo il cacciatore non si accorge che Bugs Bunny è un coniglio. Lui glielo urla nell’orecchio. Lollone. Fine.
Non c'è alcun riferimento a beni da condividere, né espressioni richiamabili a un certo tipo di reazione. È proprio un frame a caso. E infatti nei commenti sotto quest’altro video — che spiega un po’ la genesi della cosa — qualcuno legittimamente dice:
“Wtf who just randomly pauses and makes that a meme lmao”
In effetti.
E quindi: se è quasi impossibile fare filologia sui meme, anche solo per capire come si arrivi a utilizzare certe macro, è forse ancora più improbabile capire come la falce e il martello siano finiti nel 2020 sulla faccia di un coniglio disegnato OTTANTA anni fa.
Dal canale YouTube di Warner Bros. Entertainment
Comunque sia, ho voglia di parlare a vanvera di politica quindi proviamo a fare un ragionamento insieme. Vediamo dove andiamo a finire.
Che rapporto c’è tra GenZ e “sinistra”?
Tu adesso: scusa ma come fai a sapere che questo meme è tipicamente zoomer? Legittimo.
Infatti non lo so. Non posso saperlo. Non lo sa nessuno. Questa parte di puntata è una scappatoia. Mollami che ti spiego.
Veder crescere ‘sto meme negli ultimi giorni mi ha portato a chiedermi che tipo di rapporto abbiano i giovani-più-giovani di me con concetti come “comunismo”, “socialismo”, “sinistra”.
Non è che stia dicendo che la diffusione di una roba del genere certifichi l’appartenenza di una generazione a un’area politica, né che questo meme sia il nuovo Manifesto, o che una classe anagrafica intera possa essere tutta ascrivibile a un’idea o a qualcosa di “alto”. Ma proviamo comunque a fare un quadro.
Eccolo. Ehe. (Immagine dell’autore)
Intanto, per prima cosa bisogna dire che esistono pochissimi studi e approfondimenti sulla GenZ in Italia a sfondo politico — ma anche sulla GenZ in generale, aggiungerei 🧓🏻
Si trova qualche micronumero, e secondo uno di questi — raccolto da Eurobarometro la bellezza di tre anni fai — gli zoomer italiani che si definivano di sinistra sarebbero stati all’epoca il 28%, contro il 5% di chi si diceva di destra.
Cosa ciera in cuella paella? (Fonte: Eurobarometro)
Però era tre anni fa. Alle Europee dell’anno scorso — per esempio — ampia parte dei giovani italiani avrebbe votato a destra. Salvini stesso, come riportava Dino Amenduni su Wired, aveva raccolto consensi a strapiovere in quasi ogni segmento demografico, tanto da farci sospettare che “oggi i 18enni votano come i loro genitori.”
Magari erano gli stessi che si dicevano di sinistra due anni prima. Non lo so. Non ci ho parlato.
Negli USA, dove hanno più voglia di fare certi studi e dove il campione statistico è decisamente più ampio, nel 2018 è venuto fuori che effettivamente il 51% dei rispondenti a un sondaggio di Gallup tra i 18 e i 29 anni avrebbe preferito il socialismo al capitalismo — fermo al 45%, 16 punti in meno rispetto a un decennio prima.
Poi vabè, dipende chiaramente dal contesto nazionale col quale convivi, dal modo e dal momento in cui fai quella stessa domanda: il tema politico nuovo negli Stati Uniti è stato l’ascesa dei Democratic Socialists, la sfida di Sanders al partitone Democratico su temi più radicali, e l’imporsi di figure giovani, combattive e aspirazionali come Alexandria Ocasio-Cortez.
Però un dato così lo racconta abbastanza: la vocazione alla vita politica attiva è sensibilmente cresciuta, e la cosa si è tradotta — a modo suo — anche sulle nuove piattaforme social nei modi più diversi.
Esempio: “Ci sono TikTok creators di sinistra,” scriveva Ryan Brooks su BuzzFeed News a fine 2019, che in pochissimo tempo “hanno pubblicato contenuti da centinaia di migliaia di views totali, innescando una conversazione sul movimentismo di sinistra con altri utenti.”
Per alcuni di loro, continua, “TikTok è uno degli entry point (…) per convincere la prossima generazione di elettori” a votare a sinistra.
Praticamente l’entrismo. Scherzo.
I giovani sono sempre “di sinistra”?
Prima di andare avanti, però, apro una veloce parentesi: se stai pensando che i giovani sono da millenni espressione di ribellione, del nuovo che sfida le strutture, e quindi — per natura — “di sinistra”, devo dirti che non è sempre (né dappertutto) vero. Mi disp.
Su Jacobin, Luke Savage ricorda come nel 1980 Carter e Reagan finirono sostanzialmente pari tra gli elettori dai 18 e i 29 anni. Quattro anni dopo, tra i ragazzi dai 18 ai 24 anni, Reagan aveva il 61% dei consensi nei sondaggi, 30 in più di Mondale — e lo stesso accadeva in UK, dove Margaret Thatcher stravinse in quella stessa anagrafica per due elezioni di fila.
In questo senso, continua Savage, è più facile che generazioni di giovani elettori degli anni tra i Sessante e gli Ottanta (Boomer e GenXer) fossero stati più simili fra loro, così come adesso appaiono più simili generazioni venute dopo (millennial e zoomer).
Gli zoomer sono anticapitalisti?
Ciao, sono sempre Vincenzo, e ci stiamo chiedendo se Bugs Bunny possa essere uno dei nuovi simboli della lotta al capitale. Ho cercato di trovare una risposta a questa domanda scema nel modo più secchione e atarassico possibile.
Un assaggio: secondo lo studio Young People’s Omnibus del 2018, il 71% dei ragazzi tra i 14 e i 16 anni del Regno Unito sarebbe probabilmente disposto ad andare a votare da adulto. Per i millennial della stessa età era il 72.
Ancora: stando a una ricerca di Business Insider di qualche mese fa, la maggioranza dei 1800 ragazzi tra i 13 e i 21 anni intervistati non si definirebbe mai né progressista né conservatore. Esisterebbe certamente una comunanza di fondo su alcuni temi — cambiamento climatico, legalizzazione, questioni sociali — ma non una vera e propria polarizzazione ideale e partitica.
Non a caso, il 54% degli zoomer intervistati dal Pew Research Center crede che il mondo stia effettivamente andando a fanculo dal punto di vista climatico per colpa dell’uomo, ma a prescindere dalla loro — peraltro flebile — adesione politica. Praticamente una buona notizia all’interno di una matrioska di brutte notizie.
Sempre dentro la ricerca di Business Insider, comunque, si cita il dato secondo cui la fonte principale d’informazione per quella stessa fascia d’età sarebbero i social. Che è un insight un po’ grazie al cazzo, ma che pone particolare enfasi sul ruolo che Instagram — in particolare — giocherebbe nella formazione delle opinioni e delle coscienze civili dei più giovani.
Sempre grazie al cazzo
Su Instagram, continua l’analisi, “i post più bombastici sono quelli che si beccano più reazioni, contribuendo a questo senso di perpetua divisione (…) Può essere un modo comodo per trovare qualche news veloce sulla politica, ma condensa le notizie in meme polarizzanti.”
Se ci pensi, per fare questo ragionamento siamo effettivamente partiti da un meme, ossia da un messaggio che coordina testo e immagini, per ricreare un sottotesto replicabile che rimandi a sensazioni condivise.
Marie Solis su VICE US, in un articolo dal titolo “Why Gen Z Is Turning to Socialism”, scrive che in questo senso per gli zoomer “il socialismo può essere equiparato più a un mood, o a una struttura percettiva, che a una dottrina politica.”
O ancora meglio, continua, starebbe pian piano diventando un “sinonimo di amore per la giustizia e desiderio di cambiamenti sociali positivi.”
Che boh, può essere. Te la lascio lì come suggestione. Noi ci vediamo in Parlamento. Sarà un piacere.
E con questo è tutto. Come ci siamo arrivati qui? Non lo so!
Io ti ricordo che puoi rispondere a questa mail, se ti va, che mi trovi su Instagram e Twitter, e che qui trovi altre puntate di zio.
Classico reminder finale: spostami dalla cartella “promozioni” di Gmail e aggiungimi ai contatti, pls: così spieghiamo insieme a Google che non sono un bot che colleziona offerte di voli per Natale.