Trap complotto
Da mesi uno "Sfera Ebbasta AI" condivide teorie complottiste su TikTok. Eccoci arrivati.
Ciao,
Io sono Vincenzo e questa è la mia newsletter sull’Internet Moderno.
Come va? Stai bene? Io tutto ok. Pronto per una nuova stagione, e grato per i messaggi ricevuti dopo aver pubblicato il “Primo Racconto di Natale di zio”, che puoi recuperare qui. È stato bello, e prometto di provare a farne una tradizione annuale 💸
Dette tutte queste cose, è il momento della consueta Imponderabile Distopia Tramutatasi In Realtà di questa settimana. Buona lettura!
Deepfake all’italiana
Qualche tempo fa, a partire più o meno dal 2017, abbiamo scoperto il termine deepfake e ci siamo spaventati tutti: ossia quei video, quelle foto o quegli audio potenzialmente in grado di far dire o fare delle cose a chiunque, attraverso manipolazioni operate tramite software di intelligenza artificiale.
L’abbiamo visti applicati al mondo del porno, dove le voci e i volti di praticamente tutte le celebrità del pianeta hanno fatto la loro comparsa in filmati contraffatti. Abbiamo subito pensato al loro potenziale utilizzo in politica, tanto da stimolare l’apertura di Commissioni parlamentari — pur parlandone confusamente come di una “crescente tendenza degli attacchi hacker” 😶
Da lì, abbiamo cominciato a citare sempre più spesso il concetto di post-verità: definizione di un futuro in cui nulla avrebbe avuto più valore o senso, dove vero e falso sarebbero stati indistinguibili, e in cui nuovi dilemmi etici avrebbero gravato sulle nostre spalle già abbastanza cariche.
Poi però il mondo ha preso le direzioni sbagliate per conto proprio, probabilmente senza l’aiuto dei falsi, e noi ci siamo dimenticati della parola deepfake. O forse ci siamo semplicemente abituati.
Che i risultati di queste operazioni fossero definiti — appunto — deepfake, o che venissero effettivamente adoperati per condividere informazioni false, col tempo l’utilizzo di questi strumenti ha subito un gigantesco processo di normalizzazione, almeno in Italia. Manipolare la voce e la faccia della gente è diventato sempre più facile, e la cosa ha cominciato a prendere direzioni piuttosto caotiche e imprevedibili.
Due esempi su tutti. Il primo, Striscia la Notizia: show tra i più veloci a intuire il potenziale di queste tecnologie e ad adottare le IA per generare falsi fuorionda che diventeranno casi politici, o per far cantare Meloni e Mattarella.
Secondo, Gerry Scotti: il meme master del 2023, l’uomo che sta utilizzando la propria immagine per fare da ponte fra content creation e tv.
Così da mesi, sui social network, non è difficile imbattersi in contenuti ironici in cui, ai protagonisti dei vari video, vengono applicati il viso e la voce del noto presentatore televisivo — che si tratti di meme di TikTok, di rickrolling, o di popolari scene tratte dal Grande Fratello.
Una tendenza diventata genere, tanto da spingere lo stesso Scotti a progettare un profilo ad hoc (“Lo zio Gerry”, la cui bio recita “Vi vedo che fate i meme con la mia faccia”), e da contribuire nel dicembre scorso alla pubblicazione della prima compilation di canti natalizi interpretati dalla manipolazione via IA della voce dello showman: “Gerry Christmas”.
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La facilità con cui queste operazioni vengono portate a termine, e il modo in cui funzionano i social network “contemporanei” con le loro viralità esplosive e istantanee, avrebbero inevitabilmente contribuito — secondo uno studio commissionato da Salesforce — a rendere queste tecnologie uno strumento di gran lunga più affine alla quotidianità degli appartenenti alla Gen Z, che non a quella delle altre generazioni.
Un fenomeno che da un po’ di tempo, su una piattaforma abitata principalmente dai più giovani come TikTok, si è tramutato in trend di varia natura, ma soprattutto in canzoni e contenuti che in realtà non esistono, basati sui timbri e le parole dei principali rapper italiani.
Da qualche mese, per esempio, sulla piattaforma circolano brani fake rappati attraverso la sintesi della voce di artisti ignari. In genere vengono fatti passare come finti leak di album che devono ancora uscire, e che per tonalità e testi paiono quasi veri. O addirittura, per pseudo collaborazioni tra personalità che non hanno mai lavorato insieme, ma che suonano incredibilmente plausibili sia per liriche, che per strumentali, che per accoppiamento.
Qui un fake fatto con la voce del rapper Shiva che si difende da un processo (…)
Si tratta di contenuti audio sempre più facili da produrre e pensati per sfruttare le voci, la fama e le carriere delle nuove celebrità: quei rapper che già da tempo, peraltro, hanno abituato il pubblico a leak e spoiler veri, congeniati ad arte dai circuiti discografici, o a operazioni di social marketing non convenzionale per i lanci dei dischi. O a estratti inediti fatti circolare volutamente — e ambiguamente — su TikTok, mischiando il vero col falso.
“Sfera Ebbasta” e le teorie del complotto
Facce note e timbri vocali come quelli dei rapper hanno quindi cominciato a interpretare centinaia di contenuti fake di vario genere, conquistandosi ottimi numeri e facendo diverse “vittime” nei commenti ai post. Una traiettoria super interessante e super pericolosa, che in alcuni casi ha inevitabilmente portato all’unione tra il loro potenziale comunicativo, e i contenuti a carattere cospirazionista.
Da qualche mese, su alcune pagine TikTok, circolano infatti video in cui vecchie teorie del complotto vengono raccontate attraverso l’uso di varie immagini e la voce di Sfera Ebbasta (in poche parole, il più importante trapper italiano): sono condivise in larga parte dal profilo “Leggende tenebrose”, e fanno evidentemente uso di un software di sintesi vocale.
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Le clip iniziano col rapper che parla durante un’intervista, solitamente a Deejay Chiama Italia o in qualche altro podcast. L’audio della sua voce, però, non è mai in sync con il labiale, e mentre muove la testa davanti al microfono lo sentiamo dire che la sapevi questa?, c’è una teoria che devi assolutamente conoscere — e altre cose di questo tipo.
A quel punto partono una serie di filmati — palesemente non italiani — che servono a esplicitare questa teoria, accompagnati in genere dalle aree tragiche e misteriose di “Transgender” di Pearl White: tra le tante, una delle tracce più usate su TikTok per musicare video a tema horror, cospirazioni e cose genericamente creepy.
“Sfera” continua a parlare, e finalmente ci spiega tutto: la voce è così drammaticamente verosimile, le parole così colloquiali come naturali sono esitazioni e respiri, che a sguardo e orecchio non attento sembra effettivamente di sentir parlare il trapper — anche perché il disclaimer infilato nella descrizione del post, secondo cui si tratterebbe di “video solo a scopo di intrattenimento”, non è sempre ben visibile e generalmente sacrificato dietro una frase e qualche emoji.
Ma eccoti un paio di esempi, così per darti un’idea:
Questo video, che ruota attorno a una vecchia teoria sugli Oreo: “effettivamente satanici” a causa del pattern riprodotto sulla loro superficie, che addirittura nasconderebbe simbologia massonica;
Questa hit da tre milioni di visualizzazioni, che diffonde un’altra vecchia teoria del complotto su un altro noto brand di bevande — secondo cui il logo, composto da “un simbolo ebraico che si traduce nel numero sei” ripetuto tre volte, sarebbe stato capovolto per rappresentare il demonio;
Immancabilmente, “le ultime previsioni dei Simspon per il 2024”, che “sono sinceramente inquietanti!” — nota l’esitazione plausibilissima a 00.25;
Il video esclusivo in cui si può vedere la creatura che verrebbe a trovarci di notte quando veniamo immobilizzati dalla paralisi del sonno. E “non dimenticare di seguirmi per essere protetto!”.
E poi c’è il mio genere preferito: quello dei video girati sulle navi nel Mare del Nord, che da un certo punto in poi, a caso, cominciano a essere commentati dalla voce di “Sfera” che ti raccomanda di disinstallare un’app con la quale loro possono ascoltarci.
Le “porte d’accesso”
Questi video mi colpiscono per almeno trentacinque motivi diversi — al di là del fatto che gli unici ad accorgersi della loro esistenza, e a considerare la cosa “notiziabile” come me, finora mi sembra siano stati soltanto gli amministratori di una pagina di meme a tema rap che adesso non riesco più a ritrovare, mi disp.
Uno di questi motivi, curiosamente, è il fatto che TikTok sembrerebbe essere sempre più spesso utilizzato — stando a questo report di Newsguard del luglio scorso — per diffondere bizzarre teorie sui brand, come quest’altro contenuto con “Sfera AI” che parla di Samsung e della “cospirazione della luna”.
Un altro, è che fenomeni di questo tipo sembrano poter segnare un ipotetico “passaggio generazionale” sul terreno della disinformazione.
Voglio dire: da anni, negli USA e non solo, circolano video in cui personaggi famosi “interpretano” vecchie e nuove teorie cospirazioniste, come capita con le varie versioni esistenti di finti Joe Rogan che affollano TikTok e YouTube, e che si fanno portavoci di commenti persino più controversi dell’originale — qui su Domani avevo intervistato l’autore di un podcast prodotto interamente tramite IA, usando la voce dello stesso Rogan.
Stavolta, però, sembrano diversi pubblico e piattaforma. E per quanto possano apparire ancora piuttosto ingenui e rozzi per i temi promossi, questi contenuti hanno tutta l’aria d’essere tecnicamente, ingegneristicamente pronti per rispondere — quanto meno — alle paure di cui parlavamo all’inizio, ma in modo diverso: il futuro di un mondo implausibile, solo con “Sfera” e l’antisemitismo sulle lattine al posto del finto arresto di Trump.
Ho chiesto a Leonardo Bianchi, caro amico e autore della newsletter su cospirazioni e disinformazione varia “Complotti!” (e di un omonimo libro) come siamo finiti fino a qui, e se questo potrebbe essere un credibile laboratorio per promuovere certe teorie nei territori digitali della Generazione Z.
A parte l’innovazione tecnologica dell’intelligenza artificiale, la storia del falso “Sfera” si inserisce in un vecchio e floridissimo filone complottista che intreccia celebrità, massoneria e satanismo — il primo esempio che mi viene in mente è quello di Tom Hanks, accusato di far parte di una setta di pedofili complottisti che rapisce i bambini e li abusa negli scantinati di una pizzeria di Washington D. C.
Se vogliamo fare un ragionamento più ampio, lo “Sfera” artificiale è un doppelgänger del vero Sfera Ebbasta: un doppio che permette di accedere a quello che Naomi Klein ha chiamato il “mondo specchio”, cioè la realtà alternativa delle teorie del complotto. E se allarghiamo ancora di più lo sguardo d’insieme, possiamo notare che l’intero TikTok è una gigantesca porta d’accesso a questa realtà alternativa.
Le recenti teorie sull’invasione aliena al centro commerciale di Miami, ad esempio, sono diventate virali su TikTok e X; oscuri libri degli anni Sessanta sugli Ufo sono tornati popolari cinquant’anni dopo proprio grazie alla piattaforma; teorie pre-TikTok come il Pizzagate hanno avuto una seconda vita proprio su TikTok.
In questo senso, TikTok ricicla vecchie teorie e ne genera continuamente di nuove, che si adattano al contesto socio-culturale di ogni paese. Se la guardiamo sotto questo punto di vista, non è così sorprendente che “Sfera Ebbasta” si metta a parlare di “Oreo satanici”.
Anzi: chi meglio di “Sfera Ebbasta” può traghettare una nuova generazione verso il “mondo specchio”?
Rispondo io: Gerry Scotti.
Niente, finisce così. Tu che dici? Parliamone: su Instagram, su Twitter, su LinkedIn, su Threads, o nel Clubbetto Telegram di “zio”.
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