L'inestinguibile piaga degli youtuber "benefattori"
Quando becco i video di MrBeast mi sembra sempre di vedere l'internet in persona.
Ciao,
Io sono Vincenzo e questa è zio, la newsletter della rete digitale.
Come stai? Che mi dici? Io bene. Anzi, comincio subito col farti un annuncione: il prossimo venerdì 24 febbraio uscirà il mio primo libro!
Si chiama “Sei vecchio” e cerca di tracciare un quadro critico, a volte quasi politico, della nostra contemporaneità digitale — tra gente che dorme in diretta streaming, panini virali e capre influencer.
Praticamente partiamo dall’esperienza di questa newsletter, e la portiamo dove gli aneddoti cominciano a somigliare sempre più a una collezione di grottesche distopie.
Qui sul sito di nottetempo puoi pre-ordinare o farti avvisare sull’uscita. Dal 24 in poi ci vediamo in libreria e nelle varie presentazioni 🏄
Tornando a noi: internet.
Negli ultimi giorni in rete si è parlato molto di un video di YouTube dal titolo “1,000 Blind People See For The First Time”. Nella clip, che in totale ha collezionato più di 100 milioni di visualizzazioni e 8 milioni di “mi piace,” lo youtuber americano MrBeast paga un’operazione di cataratta a mille persone che non possono permettersela.
Col supporto del chirurgo Jeff Levenson, viene spiegato che circa la metà dei non vedenti del mondo potrebbe ritrovare la vista grazie a questo intervento dalla durata di una decina di minuti: qualcosa di estremamente semplice e quasi banale, ma che nelle strutture americane arriverebbe a costare anche tra i 3 e i 7mila dollari.
Il video, della durata di otto minuti esatti, alterna momenti in cui conosciamo alcune delle storie dei protagonisti, ad altri in cui vediamo MrBeast e i suoi regalare auto o valigette piene di soldi — tra chi sogna di riottenere la vista per tornare a lavorare, e un contatore che segna quanti pazienti mancano per arrivare a un totale di mille.
Assieme ai buoni sentimenti e alle varie linee narrative che s’intrecciano, ogni secondo del video è costruito affinché s’arrivi con frenetica enfasi al momento in cui agli operati vengono tolte le bende, scoprendo finalmente di vedere con nitidezza: come non hanno mai fatto prima d’allora.
Lo shock per la chiarezza delle immagini, l’intensità dei colori e la visione del volto dei propri cari, rendono quindi questo contenuto — oltre che una macchina da visualizzazioni — anche un classico reaction video: quel genere di internet (di cui abbiamo già parlato, e di cui parleremo diffusamente anche su “Sei vecchio”!) in cui si immortalano le reazioni di qualcuno a qualcosa, e in cui vengono premiate con view e viralità quelle che sembrano sincere, non addomesticabili, incontrollate e pure.
Video come “Guarda mia nonna mentre scopre che mi sono rotto il naso”, o “La reazione dei miei animali alla nascita di mio figlio”, o “Reagisco a Temptation Island – Episodio 3 e io impazzisco!” sono infatti da tempo un classicone della rete, un vero e proprio modello narrativo col quale è diventato possibile mostrare qualsiasi cosa, aiutarne la circolazione in rete. E che in questo caso viene adottato per raccontare un “esperimento sociale” che si vorrebbe di carattere filantropico.
Non a caso, nell’immagine d’anteprima del video — la cosiddetta thumbnail — si può rivedere quello stile tipico delle reaction, e quel paradigma che contraddistingue il canale YouTube di MrBeast: abbiamo un ragazzo sbalordito che sembra appena essersi sbendato dopo l’intervento e sta per abbozzare un’incontrollata reazione, e dietro di lui lo stesso autore che appare pronto a godersi lo spettacolo, mentre ci fissa come a dire “Guardate cosa ho appena combinato”, “L’ho fatto davvero”.
Proprio per questo, se da un lato il video è stato apprezzato da molti come lo slancio di un sincero benefattore, e inondato da centinaia di migliaia di commenti commossi, dall’altro sono al contempo arrivate critiche sull’intera operazione — tra chi ha tacciato lo youtuber di aver lucrato sulle sofferenze altrui, e chi ci ha visto un mero esercizio di stile.
Su Twitter e altre piattaforme, infatti, non è mancato chi l’ha accusato di aver reso un content la malattia delle persone, di aver approfittato delle storture del sistema sanitario americano, di averci visto qualcosa di “demoniaco”. O chi come Hasan Piker — uno dei più importanti streamer del mondo — ha trovato deprimente che l’accesso a certe cure negli USA sia tanto complicato da ingolosire i creatori di contenuti a sfruttarlo come espediente narrativo.
Personalmente, ogni volta che vedo MrBeast — in un certo senso — è quasi come se vedessi internet in persona, una sua specie di sintesi antropomorfa: un ventenne bianco molto ricco e pieno di idee per sfondare, ossessionato da Elon Musk e con un forte desiderio di autoaffermazione.
È quindi a suo modo quasi ovvio e allo stesso tempo mega simbolico — in un contesto digitale in cui ormai chiunque ha la possibilità di creare contenuto da qualsiasi cosa gli passi per la testa — che arrivati al 2023, a fare addirittura della guarigione della gente un content, sia lo youtuber più famoso del mondo. Il più criticato, ma allo stesso tempo quello coi numeri più alti, le idee più incredibili, il seguito più fedele.
Attivo in rete dal 2012, ossia sin da quando aveva 14 anni, MrBeast è da tempo protagonista di centinaia di video al limite: numericamente fortunati, concettualmente dirompenti. “Ho passato 50 ore sottoterra”, “Premi il bottone e vinci 100mila dollari”, “Ho trascorso 50 ore in confinamento” sono solo alcuni dei suoi progetti da centinaia di milioni di visualizzazioni, un campionario ricco di esperimenti in cui mette alla prova il proprio corpo, e regala auto e borsoni pieni di dollari a chiunque si cimenti nelle sue paradossali sfide.
Ad oggi raccoglie circa 130 milioni di iscritti, accumula 22 miliardi di view totali sul canale, e dà lavoro a decine di dipendenti — sul come sia lavorare con lui, negli anni, sono anche state registrate testimonianze poco lusinghiere.
Il suo video più popolare è “Squid Game nella vita reale”, un epico clippone da 25 minuti, 360 milioni di view e 3,5 milioni di dollari di finanziamento da parte dello sponsor Brawl Stars, in cui — come nell’omonima serie di Netflix — mette effettivamente alla prova 456 persone costringendole a sfidarsi in prove fisiche a eliminazione, per cercare di ottenere un montepremi da 456mila dollari.
È il video che meglio lo rappresenta. Quello che forse l’ha portato definitivamente a diventare lo youtuber numero uno in termini d’iscritti superando dopo un decennio il mostro sacro PewDiePie, quello che esemplifica al meglio le due caratteristiche principali della sua narrativa: le sfide senza senso, i soldi regalati per il solo gusto di farlo.
Già nel giugno 2017, Jimmy Donaldson — questo il nome all’anagrafe — aveva esordito in rete con il primo dei suoi video di “beneficenza” regalando diecimila dollari, ottenuti tramite un accordo di sponsorizzazione, a una persona senza fissa dimora incontrata per strada.
Da allora, a favore di videocamera, ha offerto denaro, auto, jet, isole intere a sconosciuti e bisognosi. Una rincorsa al content portata alle estreme conseguenze, all’interno di un trend già consolidato nel mondo di internet — che MrBeast ha perfezionato fino a farne il contenuto principe della piattaforma: mostrarsi a fare opere di bene a caso.
“MrBeast’s YouTube Is So Good It’s Making Me Sick” spiegava su VICE Katie Way qualche giorno fa, inquandrando la tendenza della rete al cosiddetto charity content, quel genere di contenuto internet in cui si sfrutta la situazione di difficoltà di qualcuno per poter mostrare il proprio di “atto di bontà,” e dunque lucrare sul suo potenziale virale.
Più in generale, Viola Stefanello su IlPost provava a definirlo come “Il problema dei tiktoker che riprendono i passanti senza il loro consenso”: quella tipologia di video ormai molto comune su TikTok in cui si riprendono altre persone senza la loro esplicita autorizzazione, per poi includerle all’interno del proprio contenuto senza che queste possano fare nulla per evitarlo. Esattamente come riprendere un atto di presunta gentilezza senza prima aver avvisato gli ignari protagonisti.
Di questa modello, noto da anni su piattaforme come YouTube ma in forte crescita anche negli ultimi mesi, qualche giorno fa ha parlato sul proprio profilo TikTok anche il giornalista Leonardo Bianchi, che si è concentrato in particolare sulla cosiddetta piaga degli “esperimenti sociali con i senzatetto”: ossia quelle clip in cui su regalano dei soldi a persone senza fissa dimora per catturarne la reazione, o le si mette alla prova per mostrare quanto siano affidabili e di buon cuore nonostante le sventure che la vita ha loro riservato.
Un format che Bianchi definisce “problematico sotto diversi punti di vista,” e che mette in scena un serissimo disequilibrio di potere “tra chi ha in mano il cellulare e chi è ripreso”: uno squilibrio dove la persona senza fissa dimora diventa di fatto un contenuto usato per incassare like e complimenti facili, e per ingrossare i numeri e le statistiche del creator che condivide il video.
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È anche così che diversi autori hanno affinato la propria produzione, diventando degli specialisti del genere. MrBeast, in particolare, col tempo ha ingegnerizzato le sue attività, rendendo del tutto non casuale il successo che si è preso con forza negli ultimi anni.
In più di un’intervista ha dichiarato di aver essenzialmente votato la propria vita alla creazione di contenuti, finendo per trascorrere anche venti giorni di seguito nel suo studio per lavorare sulla post-produzione dei suoi progetti.
Ha perfezionato il meccanismo attraverso il quale pubblica e promuove i suoi prodotti, ha studiato per anni gli algortitmi della piattaforma, cercando di carpire preziosissimi dati su quali siano le tendenze SEO e quale la durata ottimale dei propri video. Ancora adesso ripone estrema cura in dettagli come i titoli, le descrizioni e le thumbnail.
“Tutto è talmente estremizzato — a partire dalle grafiche e dal montaggio — che, se osservati con distacco, i video del signor bestia potrebbero sembrare una feroce critica al capitalismo e al nostro attaccamento morboso al denaro,” spiegava lo strategist Valerio Bassan sulla sua newsletter Ellissi. “In quello che fa non c’è però nessuna critica: solo una glorificazione della ricchezza come unica strada per il successo mischiata a una buona dose di goliardia da confraternita.”
Proprio per questo — e per la sua incredibile popolarità — negli ultimi anni MrBeast è divenuto una specie di case study all’interno del mercato dei contenuti digitali: il modello col quale confrontarsi per chi voglia diventare un creator, ma sopratutto una reference ideale per agenzie di comunicazione e aziende che lavorano nel mondo dei social, che da mesi ne studiano le mosse, ne emulano copy e immagini d’anteprima, ne fanno una specie di bibbia della creatività e della produzione video.
A che costo, però?
Voglio dire: acquisita la naturale bravura dello youtuber, che comunque già da qualche anno è al contempo sia oggetto di critiche che di ammirazione osservante, come si può accettare di prendere come caso di studio quello di un creator disposto a rendere pubbliche le difficoltà del prossimo, pur di riprendersi a “risolverere” problemi sociali a colpi di valigiette piene di banconote?
A che costo abbiamo accettato di fare di MrBeast, delle sue idee e persino delle sue thumbnail, un esempio positivo semplicemente “perché funziona”? Quando abbiamo deciso che i suoi numeri fossero un valore prima di tutto resto? E che in ragione di questi tutto potesse diventare un content?
Magari non esistono vere e proprie risposte, a queste domande. Semplicemente, ogni volta che mi capita di vedere l’ennesimo “Non ho mangiato cibo per 30 giorni” o “Vinci 10mila dollari per ogni giorno che sopravvivi in prigione” non riesco a non pensare alle mille potenziali slide in cui quelle performance verranno raccontate come incredibili case. E in cui i confini di quello che è possibile e opportuno fare, in termini contenutistici, vengono spostati ancora un po’ più in là.
Comunque sia: qualche risposta ho provato a darla anche in “Sei vecchio”, il mio libro di cui ti parlavo prima. Se vorrai leggerlo, qui sul sito di nottetempo puoi pre-ordinare, oppure farti avvisare sull’uscita. Per il resto, ci vediamo in giro ;;))
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Bellissima edizione