Scusa mi concedi questo ballo?
Forse la "woo dance", il drill e Sfera Ebbasta sono la "fase due" della trap. Cosa ho appena scritto? Capiamo.
Ciao,
Io sono Vincenzo e questa è zio, la newsletter degli anziani.
Come va? Di che colore è la tua regione? La mia ha il profumo e il sapore del grano.
Ho passato gli ultimi quindici giorni a vagare su Twitch, così tanto per fare. Mi sono accorto che sta diventando un posto in cui essere per molte ragioni valide, e tra queste il motivo principale per cui sei iscritto a zio: capire insieme cosa fanno i giovanissimi.
Io su Twitch (clicca sull’immagine per vedere il video. Fa ridere).
L’approccio che ho voluto darmi per capire questa Nuova Cosa Da Studiare, però, è un po’ più empirico del solito: e quindi non ne parlerò (ancora) qui, ma se ti va puoi venire a vedere cosa succede di là sul mio canale.
La settimana scorsa — per esempio — con Leonardo Bianchi abbiamo parlato di QAnon e complotti vari (se vuoi vederci trovi tutto qui on demand). Il prossimo weekend magari io e te possiamo chiacchierare insieme su zio: mi trovi lì.
Fine premessone. Sono settimane che vedo ragazzi ballare una specie di danza tirolese: e no, l’Austria meridionale non è diventata il nuovo luogo dell’anima della Gen Z (ancora).
Cos’è la “woo walk”?
Ciao di nuovo. Magari non l’hai notato, ma in molti dei recenti videoclip musicali del generone trap (approfondiamo dopo) c’è sempre una sorta di balletto di gruppo, anche in quelli italiani. È diventato una specie di meme.
Se hai voglia di impararlo, è questo qua:
Si chiama “woo walk” o “woo dance”, e si compone in ordine sparso di queste mosse:
Toccarsi il pacco mentre si fa strisciare a destra e sinistra punta e tacco del piede;
Scalciare verso il basso da una parte, in centro, e poi dall’altra, con le ginocchia piegate;
Tenere il ritmo molleggiando per tutto il tempo;
Portare avanti e indietro le gambe seguendo un ordine che non ho ancora decifrato;
Se si preferisce, rifare tutti passaggi insieme ad altre persone tenendosi abbracciati e saltellanti tipo dabke o sirtaki.
Ma vediamo un paio di esempi italiani, come “PD” di Touché:
E soprattutto Rondo (o Rondodasosa), uno dei nomi nuovi più in ascesa, con “Louboutin” (con Vale Pain, 9 milioni di views su YouTube) e “Face to face”, la “woo dance” più nota d’Italia ad oggi. Eccola qua:
14 mln di views. Ci siamo capiti.
Pur sembrando casi episodici, in pratica, il fenomeno sta diventando sempre più rilevante e diffuso. E voglio farti un altro paio di esempi che possano provare a darmi ragione.
Il primo è che anche nell’ultimo video del duo trap italiano Ski&Wok (di cui abbiamo parlato diffusamente in un altro episodio di zio) ritroviamo ‘sto balletto — e voglio dire: se la cosa viene importata da loro due, che per “cifra artistica” sono nati per riproporre i trend del momento una volta consolidati, vuol dire cha la “woo” sta diventando un obbligo nella produzione video-musicale di fine 2020.
Il secondo è che la walk è finita incidentalmente in un servizio del Tg1 (regola aurea: riprese accidentali durante i collegamenti nei tg = zeitgeist). Il video è qua sotto: si vedono due ragazzi accorgersi della telecamera, e accennare a ‘sto gioco di gambe dietro l’inviata ignara.
La clip — con aggiunta di “Face to face” di Rondo — è poi circolata su diverse memepage di Instagram sulla trap, convincendomi definitivamente del fatto che la “woo” sta pian piano diventando “una cosa” per una parte rilevante degli zoomer infognati con questo genere.
Ma come, cosa, quando? Capiamo.
Da dove nasce questa cosa?
Nei giorni scorsi è circolato un video palesemente falso di Angela di “Non ce n’è coviddi” che si spara una “woo”.
Tranq è fake, l’originale è qui.
Vedendolo mi sono chiesto: come siamo arrivati a questo contenuto, a creare questa gag, senza che nessuno tracciasse una parabola del fenomeno balletto? Cosa ci racconta? E ce ne importa davvero qualcosa?
Ho cercato ovunque più informazioni possibili sulla “woo”, ma non si trova molto. Quindi dobbiamo provare a farci questo viaggetto insieme. Vediamo cosa ne esce.
(Immagine dell’autore)
Intanto ti posso certamente dire che Rondo (di cui è anche uscito l’album, “Giovane Rondo”, poche settimane fa) è stato tra gli importatori. L’ispirazione, per lui e per molti altri della nuova scena, è il rapper di Brooklyn Pop Smoke — morto appena ventenne nel febbraio scorso.
Fatti un giro con la “woo” originale qui sotto:
Il fatto che Rondo sia stato tra i primi a replicare questo stile è una specie di meme nelle community trap in Italia.
Pop Smoke ha avuto una carriera brevissima, ma è anche stato in grado di ricreare uno stile riconoscibile e influenzare una piccola epoca musicale imponendo un immaginario diverso, aggiornato, soprattutto nelle liriche e nelle produzioni musicali: non nuovo, ma non più solo trap.
Adesso vediamo perché, a grandi linee e senza fare troppo i saputelli — che ovviamente non sono l’esperto #1 globale in materia, full disclaimer.
Cos’è il “drill”?
Partiamo da qui: forse ti sarai accorto che nei giorni scorsi è uscito il nuovo album di Sfera Ebbasta, “Famoso”.
Sfera Ebbasta è l’artista trap più noto d’Italia, l’album era attesissimo, ed è il compimento di una parabola molto ambiziosa che l’ha portato — con quest’ultima uscita — a competere in un mercato molto più globale dello standard, per un artista italiano. E infatti ha fatto disco d’oro in tipo dieci ore.
Il successo dell’album di Sfera Ebbasta, il modo in cui è stato comunicato, l’obiettivo dichiarato di uscire fuori dai confini italiani, e il riempire il disco quasi solo di hit, sono tutti elementi che concorrono alla formazione di una tesi piuttosto evidente: che la trap — almeno in Italia — sta passando alla “fase due”. È diventata adulta, e si è trovata un ottimo lavoro.
Offset impara la “woo” con i regaz.
Contemporanea a questa “fase due” trainata da Sfera — quella che vuole affrancare definitivamente il genere nel mondo del consumo pop, delle radio e del reggaeton — c’è però un altro sommovimento parallelo e opposto che parte dagli USA, ha fatto il giro in UK, ed è poi finito qui da noi attraverso le produzioni degli esponenti della nuova-nuova scena italiana. E questa cosa è il “drill”.
Premetto: definire i (nuovi) generi musicali è una roba pretenziosa e impossibile. Ancora nel 2012 per “trap” qualcuno definiva una specie di drum’n’bass più lenta e acidula — adesso la cosa investe anche Gigi D’Alessio, va’ a capire. Il drill stesso, qualche anno fa, sembrava voler dire un’altra cosa — praticamente, rappare controtempo.
Ma proviamoci: per “drill” s’intende un genere affine (o un sottogenere) della trap che si caratterizza per testi e toni musicali più cupi e aggressivi. L’estetica è sempre un po’ più di periferia, e il beat suona meno cheesy e piacione.
Qui un’idea su quale sia la differenza musicale a oggi tra le due cose.
Originariamente, il drill nasce come suono di Chicago nei primi anni del 2010. Eccoti un esempio, via Chief Keef.
Era una cosa diversa da ciò che appare adesso, o comunque per com’è generalmente inteso: per arrivare a una definizione più vicina a quella dei Rondo di oggi dobbiamo aspettare il momento in cui si installa in Inghilterra, da dove con Loski, Shaybo, Fizzler, 808Melo e un bel bagnetto nel “grime” diventa “Uk drill”, e finisce per essere tanto chiacchierato da diventare per i tabloid ennesima “minaccia” alla vita dei più giovani.
Benissimo.
A questo punto siamo nel 2019, e dall’esperienza inglese del drill Pop Smoke attinge a piene mani. È una mezza svolta: perché la trap dei padri sembra arrivata al punto di saturazione, e perché fuori da quel mondo sta avvicinandosi piano piano un modello musicale che minaccia di essere il nuovo genere portante dei giovani (il neo pop-punk alla Machine Gun Kelly).
Pop Smoke no: è una specie di ritorno alla presa a male, alle gang di strada (“Woo” era il nome della sua) all’attitudine nervosa nel timbro, nei toni e nelle produzioni. I piatti delle basi non sono più frenetici, il ritmo è quasi marziale, il basso fa slide su e giù, non è più una martellata da ballare e basta.
In più nei video ci trovi le posse incazzate, si vedono solo i sobborgoni. E la gente balla — appunto — la “woo dance”.
Queste novità finiscono per connotare un filone nuovo che viene istantaneamente patrocinato da artisti molto grossi (Travis Scott, Nicki Minaj) e riproposto da una scena in continua espansione — fino a toccare il resto del mondo.
Ed è a quel punto che il “nuovo drill” (che in Italia nella vecchia accezione è sempre stato accostato a Tedua e al club dei liguri) arriva fino in zona San Siro, dove Rondo si mette a ballare la “woo”, portandosi dietro l’ispirazione dei vari emuli e l’agitazione dei commentatori di YouTube.
Ecco spiegato perché a Natale tuo nipote avrebbe voluto insegnarti le mosse di una specie di misto tra una hakken e una schuhplattler tirolese — se solo vi foste potuti vedere, maledetto 2020 :((((
Ma adesso:
Perché dovrebbe interessarmi?
Rispondere a questo titoletto, ogni volta, è un po’ come motivare a parole la tua iscrizione a questa newsletter — quindi molto impo.
I lettori di questa newsletter.
Il compito di zio — all’onesitissimo prezzo di soli zero euro — è darti lo spunto per trovare una spiegazione plausibile alle cose, senza che tu debba neanche farti questa imbarazzante domanda (se vuoi farla, cmq, ti basta rispondere alla mia email).
E infatti l’episodio di oggi è 100% questo: la risposta non richiesta a una domanda che magari non ti sei ancora posto.
Magari hai visto quel tg coi due ragazzini che fanno la “woo” dietro alla giornalista, e non te ne sei accorto. O te ne sei accorto, ma anche sticazzi.
O magari succederà ancora, e ti capiterà di intravedere altre mezze coreografie di questo tipo durante un collegamento televisivo, o a X Factor, o alla cresima di tuo cugino.
A quel punto però saprai un po’ meglio di cosa si tratta — così, per il gusto di cercare di tenere insieme più pezzetti possibili di modernità, finché ci si riesce. Quanto meno, con la scusa dei balletti abbiamo parlato di un po’ di robe mega contemporanee.
Tu non avresti voluto saperlo? Ah no? Ok :(
E con questo è tutto. Non sei stato carino a parlarmi in quel modo. Non fa niente.
Io ti ricordo le solite cose: salva questo indirizzo nella rubrica della posta sennò finisco in "promozioni" o in spam; qui trovi l’archivio con le vecchie puntate di zio; e questi sono i miei canali Twitch, Instagram, Twitter, LinkedIn. Basta.
Esco a fare due passi che siamo diventati regione arancione. Ciao!