Basta, non ho il "mindset"
Anche i tuoi social sono pieni di frasi motivazionali e video di gente che ce l'ha fatta? Ma che è?
Ciao,
Io sono Vincenzo e questa è zio, la newsletter degli adulti™.
Che dici? Sei riuscito a fare un po’ di vacanze? Hai notato che questa capra calabrese sta ufficialmente diventando un’influencer? O che il make-up in stile Euphoria sta per prendere il posto di ciò che per la nostra generazione è stata La Frangetta Alla Amélie? Io forse.
🙏 Ti va di dirmi cosa pensi di “zio” e come potremmo migliorarla insieme?
Ho aperto un sondaggione qui: ti porta via solo un minuto! 🙏
La volta scorsa abbiamo fatto due chiacchiere con KingAsh, giovanissimo youtuber che poi — qualche giorno dopo — è finito su giornali e TG per essersi imbucato alla maratona di Milano. Tra i vari spunti emersi nello scambio, uno in particolare ha continuato a ronzarmi in testa: il fatto che — mi diceva — ammettesse di avere un debole per le “pagine motivazionali”.
È già da qualche mese che ne sento parlare da persone molto più giovani di me, o che le vedo apparire direttamente sui miei canali social: un po’ perché ho cominciato a salvarle tutte, inducendo i vari algoritmi a credere che la cosa mi interessi davvero. Un po’ perché le vedo citare sempre più spesso su YouTube, Twitch, Instagram e TikTok.
Quindi ti direi:
Cosa sono queste “pagine motivazionali”?
Prima di tuffarci insieme in questa piscinetta di turbocapitalismo, foto di felini di grossa taglia e parole d’ordine, diamoci delle coordinate: per “pagine motivazionali” intendiamo un tipo ben definito di canale Instagram, TikTok o YouTube su cui solitamente vengono condivise frasi “ispirazionali”, consigli per la crescita individuale ed economica, o citazioni di gente che ce l’ha fatta per stimolarti a fare altrettanto.
La nascita di pagine del genere risale già all’alba dei social network — trattando in qualche modo di temi para-psicologici dibattuti da tempo, e arcinoti almeno dagli anni Ottanta grazie a robe come self-motivation e personal coaching.
La novità, però, è che da qualche tempo questo tipo di contenuto è uscito definitivamente da Facebook (dove condivideva lo stesso spazio in cui proliferavano anche buongiornissimi e bomberismi vari, non senza sinergie), e ha cominciato a diventare virale su piattaforme nuove, modulando la propria proposta sulle generazioni più giovani.
È per questo che sempre più spesso potrebbe capitarti di beccare spezzoni di interviste a personaggi della musica o di Internet che raccontano come abbiano fatto a emanciparsi da un passato difficile, o video-consigli su come investire in criptovalute e vivere felici, o frasi di film e serie tv più o meno evocative. O generiche esortazioni ad alzarsi dal divano e fare le cose.
Si tratta di contenuti provenienti da popolatissime pagine a tema: in giro per la Rete ne esistono a migliaia (ti basterà scrivere “motivation” su Instagram per farti un’idea), e alcune di queste arrivano a collezionare valanghe di follower e like, o a diventare podcast su Spotify, o canali YouTube da milioni di views pieni di saggi lupi solitari.
Un paio di nomi internazionali per farti un’idea: “Fearless motivation” (qui un momento di pura ispirazione dal “controverso” autore di podcast Joe Rogan), “The Wealth School” (se ti interessa la finanza), “Gentelmen’s Mafia” (per chi preferisce robe più in stile “Peaky Blinders”). Andiamo avanti.
Forse non hai il “mindset”
In Italia questo fenomeno ha cominciato a prendere piede soprattutto da qualche mese, invadendo letteralmente tutte le piattaforme social.
In genere si tratta di video con dei sottotitoloni colorati al centro che riportano estratti di interviste a famosi generici (Will Smith, Robert Downey Jr., Koby Bryant, Ibrahimovic) o esortazioni su quanto non ci sia tempo per dormire perché bisogna fare successo.
Come per il mondo anglofono, negli ultimi tempi anche qui da noi la “proposta contenutistica” di queste pagine ha cominciato ad accostarsi sempre meglio a gusti e consumi delle generazioni più giovani.
E così, oltre al solito vago salsone turbocapitalista a base di scene di Di Caprio da “The Wolf of Wall Street”, è sempre più facile trovare cose tipo clip tratte da “Dragon Ball” e “One Piece” (dando tra l’altro vita all’interessantissima declinazione della “Anime Motivation”), o pezzi di interviste a rapper italiani, o estratti di live streaming e video di YouTube in cui dei creator nostrani raccontano di come sono usciti da momenti di difficoltà.
Se ci pensi ha molto senso, alla fine: è come se queste pagine stessero creando un nuovo bizzarrissimo pantheon della motivazione fatto di personalità rilevanti per i più giovani, per cercare di parlargli in modo più comprensibile e “ingaggiante”. Come se stessero facendo una sorta di muta generazionale.
E quindi non più (solo) arringoni adulti in stile TedX o “Magnolia”, ma anche ventenni che ce l’hanno fatta, youtuber usciti dalla depressione o rapper che dicono robe sagge, creando magnifici tilt in cui nella stessa pagina sia Jeff Bezos che Salmo vengono usati per dirmi la stessa cosa: posso farcela, devo darmi una svegliata 👍
Ti do qualche riferimento italiano, così puoi farti un giro: “Motivazione milionaria”, “Motivation way”, “Potenziale Inespresso”, “Psicologia Vincente”, “Mente Milionaria Coaching”, “Full Motivazione”, “Imprenditor_Tips”, “Mindest Milionario”, “Big Mindset”, “Obiettivo successo”, “Mindsettati”.
Come avrai notato, il tema principale di queste pagine è il cosiddetto mindset: qualcosa di cui puoi trovare facilmente le più diverse definizioni su siti con nomi tipo esserealtop.com o crescitapersonale.net, e che dovrebbe riferirsi a uno stato mentale arricchito di nuove nozioni interiori e sguardi rinnovati offerti dall’esposizione a contenuti altamente motivanti.
Proprio @mindset.it è il nome di una delle pagine italiane più note. Si tratta di un profilo TikTok da quasi 150mila iscritti con clip che raggiungono e superano il milione di views ricavate in buona parte da format altrui: interviste di Noisey, TRX Radio, Cachemire Podcast, Muschio Selvaggio. Vlog di Marco Montemagno. Frasi di giudici di “Masterchef”. Citazioni di youtuber di successo.
Lo streamer Dario Moccia nel tunnel del mindset.
In questo preciso momento storico ti basterà aprire TikTok, e scrollare per una buona mezz’oretta, per riuscire probabilmente a finire sopra un video di Mindset.it senza che tu lo voglia davvero: stiamo parlando di clip talmente endemiche nell’universo social odierno che da qualche mese streamer e youtuber hanno cominciato a parlarne in modo ironico, e a farne spunto per video reaction e simili.
Tra l’altro, altra piccola cosa: hai notato che in gran parte di questi video trovi sempre la stessa identica canzone in sottofondo?
Apriamo una parentesi dai (
Forse non sei un “Sigma male”
Da qualche mese su Internet circola questo meme dei Sigma male, ossia l’evoluzione del concetto di Maschio Alfa con cui da decenni — in accordo ad alcune teorie etologiche — si andrebbero a definire gli individui più alti in rango nelle gerarchie sociali, e per estensione le persone “dotate di carisma”.
Nella teoria del Sigma questo nuovo tipo di personalità si posizionerebbe all’apice della piramide sociale e si caratterizzerebbe per uno spirito vincente, dominante e popolare — esattamente come l’Alpha male, e ok. Differentemente da questo, però, sarebbe anche taciturno, ribelle e incurante delle regole. Un “lupo solitario” — appunto.
Nata più di una decina di anni fa in ambienti online di estrema destra e diffusasi poi in particolar modo su 4Chan, la definizione di Maschio Sigma ha finito col propagarsi poi in Rete soprattutto in chiave ironica, facendo leva proprio sul materiale tipico delle pagine motivazionali che abbiamo visto finora, e passando così dall’essere una specie di tossicissima teoria socio-evoluzionistica a diventare il più classico dei meme con tanto di schema satirico codificato e ripetibile.
E in questo schema rientra proprio “Polozhenie”, la canzone di cui sopra. Funziona così: all’interno del video qualcuno dice o fa qualcosa di pseudo-motivazonale, in sottofondo parte la base musicale, che poi droppa proprio quando la citazione in oggetto — o l’azione del Sigma — si esplica, prende forma. Come un mic drop, un punto esclamativo. Te lo spiego con Silvio:
Qui sopra in versione “grindset”, con norme e regole del Maschio Sigma.
Pur essendosi diffusa soprattutto come tappeto musicale ironico, “Polozhenie” (o una delle trecento versioni che circolano) è comunque finita per fare il giro e diventare effettivamente la canzone usata anche per quei contenuti “motivazionali” non-ironici che quei meme stessi intendevano dissacrare.
È così che magari ti sarà capitato di finire su qualche pagina a tema mindset, e sentire questa melodia accompagnata da una massima di vita pronunciata da Ernia, o da Galimberti, o dallo streamer Gabbo.
Chiusa parentesi )
Che ansia
Io non so dirti per quale motivo queste pagine siano diventate così rilevanti su ambienti digitali generalmente abitati dai più giovani.
O meglio: so dirtelo se pensiamo al fatto che si tratta di citazioni più o meno epiche di quasi tutti i personaggi cardine del nuovo stardom italiano — Fedez, Marracash, Ghali, Luis Sal, Cannavacciuolo, Mahmood, Ibrahimovic. Danny Lazzarin. Surry. GSkianto. Bruno Barbieri. Blanco.
Mi viene da pensare — banalmente — che sia tutta roba che basa la propria velocità di distribuzione, e la loro generica appetibilità per un certo pubblico, sulla portata dei personaggi stessi e sull’iconicità delle loro parole.
Eppure, allo stesso tempo, non è detto che in qualche modo non riesca a risuonare anche per qualcosa di sotteso e più alto che forse non riusciamo a inquadrare. O che per lo meno non posso inquadrare io 😖
Ti lascio comunque un po’ di elementi che non intendono spiegare nulla, ma che possono provare a dare un contesto: c’è per esempio questa ricerca secondo cui sempre più giovani della Gen Z (il 34 percento) userebbero i social media non solo come strumento per informarsi e connettersi con gli altri, ma anche come fonte primaria di informazione sulle proprie necessità finanziarie — cosa che ci spiegherebbe lo spazio di mercato per contenuti come quelli già visti o come quelli di Big Luca, volendo.
Altrettanto rilevante potrebbe pure essere il dato ricavato da InsideOut Development secondo cui i più giovani di questo preciso momento storico — diversamente da quelli che li hanno preceduti — si affaccerebbero al mondo del lavoro convinti di riuscire a fare successo subito (stando a una ricerca promossa da questo istituto evangelico, peraltro, la Z sarebbe una generazione significativamente success-oriented).
Eppure ci troveremmo di fronte a uno spaccato generazionale — affermano altri studi — in cui il tema dell’ansia sarebbe dominante anche sul posto di lavoro, e in cui la depressione sarebbe una presenza ingombrante, riconosciuta e influente tanto da parlare di crisi sanitaria sia nelle scuole che negli uffici.
Quindi dico io: probabilmente non potremo decidere qui su due piedi su zio quanto questi numeri fotografino effettivamente la realtà, quanto siano decisivi rispetto all’insospettabile esplosione delle foto con le frasi ispirazionali del Joker, o quanto il discorso statistico attorno alle generazioni abbia davvero senso.
Però boh, questo è il contesto, questa era una delle parti di mondo digitale che forse un po’ ignoravi, e qui c’è di nuovo la capra Manuele dalla Calabria vestita da soldato, pronta per il fronte ucraino. Buona weekend!
Forse oggi sono andato lunghetto, scusa. Comunque, tu? Che dici? Cosa saresti disposto a fare per migliorare la tua vita per sempre? Seguiresti la via del lupo, o cliccheresti il pulsante qui sotto per donarmi due euro? Prova:
Come sempre: mi trovi anche su Instagram, LinkedIn e Twitter, e qui trovi gli altri episodi di questa newsletter (controlla sempre le cartelle “spam” e “promozioni” della tua mail, che a volte zio finisce lì).