Un 25 aprile diverso dal solito
A Brescia quel giorno la piazza era piena di giovani — che però ballavano lo "sturdy".
Ciao,
Io sono Vincenzo e questa è zio, la newsletter connessa alla rete.
Come stai? Tutto bene? Io abbastanza: “Sei vecchio” — il libro che nasce da queste pagine — continua a girellare qua e là, e mi porterà nei prossimi giorni a Verona (il 10 maggio) e al Salone del Libro di Torino (il 22 maggio) insieme a Sofia Viscardi e Lorenzo Luporini di Venti. Se invece stai leggendo che è ancora la mattina del 6, magari fai in tempo a passare pure da Rovereto per il Wired Next Fest 🥸
Comunque: l’ultima volta abbiamo parlato di video TikTok che sembrano pubblicità da tv regionale — qui un altro iconico esempio — e di schiere di creator che si mostrano nel pieno delle loro attività professionali, offrendosi come in una specie d’ipermercato a cielo aperto.
Stavolta torniamo in strada. Indossiamo una splendida tuta tech grigia, e ci mettiamo a ballare come se nessuno ci vedesse davanti a una piazza intera col telefono in mano.
Due piazze
Un paio di settimane fa era il 25 aprile — ti ricordi? Assessori regionali se ne andavano in giro dicendo che “l’antifascismo ha prodotto il terrorismo rosso”, e il presidente del Senato decideva in modo del tutto pacificante di trascorrere la Festa della Liberazione a Praga per commemorare Jan Palach.
Quel giorno una piazza d’Italia — in particolare — si riempiva di giovani motivati e festanti, ospitando persino scontri e momenti di turbolenza. I partigiani, però, non c’entravano nulla.
Il video che vedete qui sopra risale — appunto — al 25 aprile scorso: siamo a Brescia, in piazza Vittoria, dove centinaia di ragazzi si sono dati appuntamento per un “raduno sturdy”, mentre lì di fianco in piazza della Loggia e dunque a soli 300 metri, cittadini e istituzioni ricordavano intanto la Liberazione tra fanfare e discorsi ufficiali.
Praticamente “due piazze parallele”, come direbbero nei talk show di La7.
Già da qualche giorno, infatti, su TikTok avevano cominciato a circolare video-inviti in cui si parlava di link up, o raduni, a base di sturdy e hit dem folks, due balli molto in voga legati al mondo del rap, spesso pubblicati dall’account di un piccolo brand di moda — tanto che a un certo punto verranno persino lanciati dei vestiti verso la folla, quasi come se si fosse trattato di un grande flash mob pubblicitario.
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I principali quotidiani locali, nei giorni seguenti, ne parleranno come di una “sturdy battle”, un “nuovo trend generazionale” che avrebbe coinvolto migliaia di adolescenti accorsi da tutta la provincia, e che — stando al Giornale di Brescia — avrebbe registrato momenti di tensione, con “risse estemporanee” scoppiate tra le centinaia presenti, e di alcuni ragazzi rimasti contusi.
“Il risultato è stato che ai bresciani che passavano tranquillamente da quelle parti per una passeggiata in centro nel pomeriggio di festa, la situazione è apparsa difficilmente controllabile e in certi momenti preoccupante” riporta il sito d’informazione QuiBrescia.
Il Corriere di Brescia, tra “pestaggi e risse”, la racconta addirittura come una “invasione dei maranza”: quei ragazzi generalmente in doppio taglio, tuta e borsello di cui abbiamo provato a dare una definizione qualche mese fa.
Adesso, piccola nota: è chiaro che vedere dei ragazzi darsi appuntamento in piazza e sfidarsi in gare di ballo a favore di videocamera proprio in un giorno in cui, solitamente, ci si raccoglie per celebrare tutt’altro, può suonare fuoriluogo o addirittura sospetto — tanto che anche quest’anno non sono mancati i puntuali allarmi sui giovani che ignorerebbero i pilastri su cui si fonda la nostra democrazia, e che starebbero dimenticando la Storia.
Per quel che vale, però, lanciare un link up di sturdy proprio il 25 aprile — durante un fine settimana lungo che offriva anche altre finestre organizzative — solleva un tema quanto meno interessante, fatta la tara a facili preoccupazioni generazionali. Vale forse più dei classici vox pop sui giovani e la Liberazione. E probabilmente ci chiede di cercare di capire qualcosa di più di questo fenomeno.
zio è gratis e lo sarà sempre. Per questo è contenta di dedicare questo piccolo spazio a Good Morning Italia, che ti offre molto gentilmente anche questo episodio.
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Cos’è lo sturdy?
Facciamo un passo — di danza — indietro. 😶🌫️
Lo sturdy è un ballo la cui nascita si fa risalire attorno al 2021. Prende le mosse dal drill (sottogenere rap basato su testi di strada, dal ritmo spezzato, e particolarmente forte nelle città di Chicago, New York e Londra) e vede in Pop Smoke, morto appena ventenne nel febbraio del 2020, il personaggio più rappresentativo — nonché l’autore di uno degli “inni” del genere, quella “Dior” nella cui intro troviamo, appunto, la frase “You feelin’ sturdy, huh?”.
Attingendo dalla nota relativa a questa citazione tratta da Genius, sito specializzato in interpretazioni di testi rap, si legge peraltro che:
“Sturdy” è una parola dello slang newyorkese utilizzata per dire a qualcuno che sta danzando bene. È stata contiata dal rapper di Brooklyn 2 Milly, ed era originariamente utilizzata per descrivere dei passi particolaremente puliti.
Da lì, avrebbe poi finito col connotare un vero e proprio tipo di danza, associato al drill e a tutto il suo immaginario.
Le descrizioni che si trovano in italiano su come si balla lo sturdy sono più o meno tutte uguali, persino nella scelta dei termini: parlano quasi esclusivamente di “rimanere in equilibrio e in posizione verticale”, e di “tenere un piede lontano dal pavimento” mentre ci si muove “e si rimbalza sull’altro”. Anche all’estero hanno provato a dare un’idea dei passi, parlando per lo più di busto eretto con aggiunta di piroette e saltelli.
Non sono proprio in grado di renderlo bene a parole, personalmente: mi sento però di poter dire che si debba ciondolare prima sul posto a tempo con la musica, poi aprire i piedi a destra e sinistra, scalciare davanti e dietro in piedi su una gamba, finire per terra, eccetera eccetera. Tipo.
Questa specie di tutorial in cui il creator americano Kai Cenat cerca di insegnarne le mosse base al rapper KSI, comunque, può venirci in aiuto:
Chiaro.
Diversamente dalla woo walk, della quale avevamo parlato ormai quasi tre anni fa 😶🌫️😶🌫️ e da cui prenderebbe origine, lo sturdy e la cultura musicale che rappresentano stanno straordinariamente riuscendo a influenzare il mercato musicale urban (per intenderci: tutto quel macrogenere che include rap, trap, e pop cantato dai rapper), riscrivendo buona parte delle sceneggiature dei relativi videoclip, l’estetica degli artisti e dei loro seguaci, persino la moda e il mondo del gaming — come si evince anche da questi magnifici omini ballerini di Roblox o dalle relative emote di Fortnite.
Rondodasosa, il boss finale dello sturdy italiano.
Lo testimonia, per esempio, il fatto che i maggiori rappresentanti della scena stanno cominciando a pubblicare singoli in stile drill — non ultimi Sfera Ebbasta e Lazza, gli esponenti più popolari di questa generazione. Lo testimonia, ancora, l’affermazione (anche) estera di Rondodasosa, insieme al movimento di San Siro sicuramente la figura più rilevante di questa cultura.
E lo testimonia, infine, il fatto che esista da qualche mese una connection tra artisti italiani e pezzi grossi della drill europea — Central Cee, NLE Choppa, Russ Millions — che cominciano a girare videoclip sturdy dalle nostre parti e persino a esibirsi sul nostro territorio, sfidando la storica reticenza della scena rap internazionale nei confronti dei palchi italiani.
“Ho influenzato un’intera generazione che a sua volta a portato una vibe in Italia che non è mai esistita: adesso i ragazzini invece che fumarsi le canne al parco e fare le cazzate si trovano in piazza Gae Aulenti e fanno i raduni di sturdy”
ha spiegato lo stesso Rondo a Rolling Stone qualche settimana fa, intestandosi la paternità di una moda a suo dire “sana”, ma offrendosi anche a settimane di meme e ironie sull’argomento (se ti interessa saperne di più del particolare rapporto tra il rapper e l’ironia della rete, c’è qui per te il finale di questo Noisey Personal).
Il che ci riporta ai raduni. E al perché ci importa tutto questo.
Cosa sono questi “raduni”?
Particolarità dello sturdy, infatti, è il richiamo continuo ai raduni — spontanei o meno — durante i quali ballare insieme agli altri, talvolta contro. Nel gergo vengono definiti link up, come visto, e vengono spesso convocati attraverso social.
Link up sturdy dentro Roblox.
I raduni sturdy, anche in Italia, non sono niente di nuovo: mutevoli come molti dei trend che crescono in rete, qui da noi vagano per la rete almeno dal 2022, quando già cominciavano a circolare i video delle prime battle, e Rondo pubblicava un singolo a tema con tanto di coreografie.
E via.
E forse aiutato dalla relativa inaccessibilità delle movenze, dal fatto che si presti alla competizione, o per la naturale tendenza di questo social per i balletti spettacolari, l’esibizione di fisicità tipica dello sturdy ha probabilmente trovato sfogo quasi ovvio e naturale su TikTok — dove alla voce “Sturdy Italia”, al momento, si trovano centinaia di video di performance, e clip pseudo pubblicitarie di negozi di streetwear.
Trasformandosi, in sostanza, in una specie di rituale competitivo da strada — ma contemporaneamente anche in un popolatissimo trend digitale.
È proprio su TikTok, infatti, che generalmente vengono lanciati e organizzati questi link up in cui si balla in pubblico e si compete persino in base ad appartenenze a team o a città diverse.
Capita spesso, infatti, di imbattersi in gruppi di ragazzi che sfidano le crew della città vicina a ballare meglio di loro, che si organizzano per partecipare a link up rivali, o che dichiarano casa propria “capitale dello sturdy” (come successo a Lecco o ad Aquileia, per esempio). Ricreando una sorta di inaspettatissimo, immortale campanilismo di provincia.
Nel video qui sopra, per esempio, troviamo la provocazione ironica di alcuni ragazzi del link up di Bergamo, convocato appena quattro giorni dopo quello di Brescia, nel quale si promette di umiliare l’organizzazione e le performance della provincia rivale.
Alla fine, per l’Eco di Bergamo, nei pressi della stazione bergamasca quel giorno si sarebbero radunati circa 800 ragazzi (secondo la Questura, tendenzialmente cauta sui numeri), arrivati “da varie parti della provincia per eseguire, guardare e filmare le coreografie” di una “delle ultime tendenze che spopola tra i giovanissimi”. Ma arriviamo a una conclusione.
Chiaramente, e com’è prassi qui su zio, non stiamo dicendo che tutti i giovani partecipino o quanto meno conoscano questo fenomeno. Né che chiunque abbia preso parte al link up di Brescia, lo scorso 25 aprile, snobbi per forza la Storia o sia anti-antifascista — tesi tanto più suggestiva nei giorni in cui su una piattaforma musicale in streaming utilizzata per lo più da under 30 come Spotify, “Faccetta Nera” finisce nella classifica Viral 50 Italia.
No, ovviamente. In una realtà in cui governo, maggioranza e istituzioni stanno cercando di riscrivere la storia di fascismo e Resistenza, lo sturdy ha la stessa pericolosità politica di un apayinye — che per inciso è il modo nuovo con cui i più giovani, pare, si dicano “chupa!” a vicenda quando ci si fa delle domande incomprensibili e senza senso.
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Ad ogni modo, lo sturdy è forse il fenomeno spontaneo (e non politico) più nuovo e rilevante che negli ultimi tempi sia stato in grado di radunare gruppi di giovani. Quello capace di convincerli a scendere in strada il 25 aprile, sebbene per il motivo sbagliato.
Fatta eccezione, ovviamente, per le file interminabili che continuano a crearsi davanti alle salumerie, le pescherie, i negozi di telefonia dei tiktoker. Quelle restano imbattibili.
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