Il futuro è un ipermercato vuoto 😨
Da "Gigi Pescheria" a "NewMartina", viviamo praticamente in uno spot tv di provincia.
Ciao,
Io sono Vincenzo e questa è zio, la newsletter che puoi leggere.
Che dici? Come stai? Io benone: mi faccio largo a fatica fra i pollini, e continuo a raccontare in giro di “Sei vecchio” — prossima tappa: 26 aprile, Ostello Bello in Centrale (Milano), insieme a Raffaele Alberto Ventura. Becchiamoci dai 🏄♂️
A proposito, ti lascio un po’ di info e poi veniamo a noi: se ti appassionano i temi di questa newsletter, allora potrebbe interessarti anche il mio libro — che in qualche modo ne è una sua derivazione. Lo trovi sul sito di nottetempo, su Amazon, sui vai store online. E in libreria.
Poi, ultima cosa. Ieri sono passato a trovare Alessandro Cattelan su Radio Deejay: abbiamo parlato di “Sei vecchio”, e ci siamo spesi una lacrimuccia ripensando a MySpace. Puoi riascoltare la puntata di Catteland qui.
Dette queste, dritti sul tema. Che un po’ cerca di mettere a fuoco una tendenza, un po’ ci permette di conoscere nuovi personaggi, e un po’ preconizza un ipotetico e piacevolissimo scenario futuro — per chi è più giovane di noi, ma alla fine anche no.
Andiam.
Vendere aria
L’altro giorno scorrevo pigramente TikTok, e mi accorgevo di come la selezione di video che mi veniva proposta nei “Per te” — la pagina principale, dove in genere il social ti mostra cosa pensa ti interessi — si stesse pian piano avviluppando tutta attorno ad un unico generone: quello delle clip in cui qualcuno vende qualcosa.
Facci caso: negli ultimi tempi alcuni dei profili più noti sulla piattaforma includono venditori di vario tipo, commercianti o impiegati d’aziende, intenti a fare del proprio lavoro — e dell’offerta dei propri prodotti — una specie di content. Talvolta con enorme, insospettabile successo.
Abbiamo per esempio Donato De Caprio, il fenomeno per eccellenza, che dalla sua salumeria di Napoli farcisce panini “con mollica o senza” davanti a una platea virtuale di tre milioni di fan — almeno fino all’agghiacciante storia che ha tristemente coinvolto la sua famiglia.
Così come l’ascesa del giovanissimo Patrizio Chianese, che prepara hot dog super ripieni da un chioschetto di Afragola, chiedendo agli avventori il suo iconico “ti fidi di me?” all’interno di video che arrivano anche fino a quattro milioni di visualizzazioni.
Mi fido.
C’è poi il negozio di abbigliamento per bambini che confeziona i meme in casa per promuovere la propria linea, Monelli kids, e divenuto famoso per la formula “Titti, cosa indossa Ludovica?”. O la concessionaria umbra, che lancia attraverso il proprio TikTok “fotonico” — è il loro motto social — alcune offertissime sull’usato garantito a chilometri zero.
O ancora, il prolifico account dell’Antico Vinaio di Firenze, decine di pescherie che urlano i prezzi di pesci a cui attribuiscono nomi pittoreschi, piccoli negozi d’elettrodomestici che offrono televisori Mivar a metà prezzo, moke per concedersi un caffè come quello del bar, trentenni intraprendenti che imbottigliano “l’aria di Napoli” da vendere ai turisti.
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Ecco. Più scrollavo — dicevo — e più qualcuno cercava di vendermi qualcosa, una specie di ipercubo tappezzato da piccoli spot amatoriali da tv regionale, in cui si susseguono offerte gastronomiche, negozi di cosmetica e pizzaioli orgogliosi in filmati dalla qualità discutibile, dai numeri imprevedibilmente alti, e dai claim pubblicitari improvvisati.
E malgrado un’idea anche solo vaga di cosa succeda davvero su TikTok non possa mai essere effettivamente fedele rispetto quello che in realtà accade — proprio per il fatto che l’algoritmo s’adeguerebbe alle passioni d’ognuno, facendoti finire in un tunnel di video tutti uguali — esistono comunque fenomeni, personaggi e numeri che ci parlano di una precisa tendenza, di un’urgenza dominante che sembra influenzare i contenuti questa particolare epoca: non solo quella d’apparire a più persone possibili, ma anche di approfittarne dal punto di vista pubblicitario e — in qualche modo — commerciale.
zio è gratis e lo sarà sempre. Per questo è contenta di dedicare questo piccolo spazio a Good Morning Italia, che ti offre molto gentilmente questo episodio.
Good Morning Italia è sostanzialmente un concentrato di notizie curate da una redazione coi fatti più importanti della giornata. Ogni mattina, per cercare di capire il mondo in pochi minuti.
I primi sette giorni sono gratis, senza carta di credito: magari prova.
Buongiorno allegoria 😨
Per dire: qualche giorno fa ho incrociato questo TikTok. C’è una signora davanti a un negozio di elettronica e dietro a una lunga fila, che spiega di essere giunta lì a Napoli insieme a suo figlio addirittura da Firenze.
La coda è quella che da qualche settimana pare si stia formando davanti all’ingresso di NewMartina Srl, punto vendita specializzato in cover, pellicole e vetri temperati per smartphone, dal quale Martina (o meglio Carmen) registra e pubblica clip divenute poi virali.
Videocamera orientata verso di lei, genuino senso dell’ironia, Martina cambia vetrini dei telefoni per sostituirli con i suoi prodotti. E sentirla elencare le varie opzioni disponibili in negozio (“Schermo lucido, opaco, lucido privacy o opaco privacy”), e vederla prendere bonariamente in giro gli smartphone maltrattati dai clienti, le ha portato una discreta notorietà sulla piattaforma.
Grazie a questi video più o meno tutti uguali, in cui spesso la vediamo lavorare muta e meticolosa spruzzando solventi su iPhone altrui, nel giro di qualche settimana Martina è infatti arrivata a raccogliere cifre clamorose.
Tanto che, per dirtene una, con un solo video è riuscita a raccogliere più di 260 MILIONI di views e 14 milioni di like, attirando commenti e visualizzazioni da ogni parte del mondo.
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Qualche giorno fa Webboh, magazine sulla Gen Z di cui abbiamo parlato ampiamente, le ha dedicato un post per celebrarne il successo social: equiparandone la parabola — con le dovute proporzioni — a quella del numero uno di TikTok, Khaby Lame, e rilevando come dal raggiungimento del primo milione di fan, ad arrivare a due milioni nei primi di aprile, fossero passati SOLO 17 giorni. Direi bene.
Stessa area geografica, diverso settore merceologico, quella di Gigi (o “Gigiolone”) è stata invece LA storia social delle ultime settimane — insieme all’incredibile romanzone popolare di Mario Mario e Jun, dal quale ho volontariamente deciso di tenermi lontano :)
Dipendente di un negozio di pescheria e surgelati di Torre Annunziata, Gigiolone è diventato noto per il modo eccentrico con cui avvisa del suo arrivo in piazze e palazzine, a bordo di furgoncino pieno di prodotti ittici: ossia urlando questa specie di filastrocca
“Con affetto e con amore, è arrivato Gigiolone. Con affetto e simpatia, buongiorno pescheria!”
Portando per strada una vendita a domicilio originale e bizzarra, e attirando sempre più curiosi nei suoi tour lavorativi, Gigi Pescheria è riuscito a collezionare 17 milioni di “mi piace” e dozzine di video da milioni di visualizzazioni.
Tanto che il suo “suono originale” — l’audio dell’urlo estratto dai video — è stato riutilizzato su TikTok decine di migliaia di volte per parodie e meme. E che lo stile di vendita istrionico e contentizzabile del pesce è alla fine diventato territorio di battaglia, spingendo un intero comparto di concorrenti ad industriarsi in modo analogo.
Notare: il numero impressionante di persone col telefono in mano.
Diventato protagonista di serate a tema e persino di alcune incursioni delle Iene, Gigiolone si è recentemente aperto al suo pubblico: ha parlato di stati d’ansia, di difficoltà nel gestire al contempo notorietà e lavoro, di incapacità nel reggere la fama e la richiesta di foto e autografi, confessando di aver persino pensato di cancellare il profilo.
Venendo peraltro beffardamente interrotto, proprio nello stesso momento in cui stava registrando, dall’insistente richiesta di una fan.
Tra profili di negozi d’articoli sportivi specializzati in scenette e “torte Osimhen”, è quasi come se si stesse saldando una specie di catena plurisettoriale, in cui ogni personaggio emergente è specializzato in un’attività commerciale: un insieme di nodi produttivi e distributivi che include varie personalità-simbolo, contenuti tipici e meme. E che qualcuno ha già cominciato a guardare come un multiverso.
È il caso di Rimoldigno e suo padre, per esempio: un creator che ha giustamente pensato di farsi un tour a Napoli per girare dei video ed esportare i propri tormentoni nelle linee temporali di Donato dei salumi, Patrizio degli hot dog, e Martina delle pellicole per smartphone. Come fosse al centro commerciale.
L’ipermercato
Adesso: è chiaro che quando si arriva a mostarsi scientemente in rete, in qualche modo lo si fa quasi sempre per vendere qualcosa.
Ne abbiamo parlato in “Sei vecchio”, lo abbiamo detto anche qui su zio: le possibilità di monetizzazione sulle varie piattaforme sono ormai tante e tali che quasi si rischia di guadagnare senza volerlo, a volte, per paradosso — tanto che tempo fa Donato mi ha confessato in live di non aver ancora idea di come ce l’abbia fatta, bontà sua.
Che poi, basta darsi un’occhiata attorno: solo dieci minuti fa ho aperto un video di YouTube anticipato da due clip pubblicitarie da 10-15 secondi (i famigerati pre-roll), e che proseguiva poi con un altro minuto buono di ringraziamenti dello youtuber allo sponsor che aveva permesso tutto questo. Praticamente: la tv.
Considerando però l’enorme successo di molti di questi protagonisti e il contenuto offerto, tra personaggi “Svergognati” che aprono negozi d’abbigliamento, lanci nazionali di salumerie, e pescherie che cercano di urlare più delle concorrenti, a volte sembra quasi di passeggiare in un gigantesco ipermercato.
Il più grande ipermercato d’Italia: con le sue offerte, le sue sirene, e i suoi meet and greet.
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Parlando di metaverso e dei primi fallimentari progetti relativi a quel settore, in uno degli ultimi video del canale YouTube Folding Ideas, Dan Olson a un certo punto paragona questi nuovi spazi virtuali alle skin, i costumi che si possono acquistare ai personaggi nei videogame.
Dice, in buona sostanza, che quando accediamo a questo tipo di universi lo facciamo quasi sempre da acquirenti di un prodotto — se non da prodotto stesso. E che, quindi, è come se ci travestissimo letteralmente da consumatore con tanto di uniforme ufficiale, per passeggiare tra i banconi di un mercato invisibile — aggiungendo, suggestivamente, l’espressione “The future is a dead mall”.
Vero, ma pieno di scampi dei nostri mari a partire da 3 euro al chilo 😨
Tu che dici? Parliamone: beccami su Instagram, su Twitter, su LinkedIn, sul clubbino Telegram di “zio”. O intercettami nelle prossime presentazioni di “Sei vecchio” (in ordine: a Milano, in Trentino, a Verona, in Piemonte 🙃, in Puglia, ecc).
A proposito di “Sei vecchio”: puoi comprarlo sul sito di nottetempo, su Amazon o negli altri store online. Ma anche in libreria, alla fine.
Per il resto: qui trovi l’archivio con tutte le puntate di “zio”. Qui puoi supportarla economicamente. Qui il mio sito. E ciao!
Credo di essere troppo vecchio per queste cose. Detto ciò, un plauso a chi sfrutta questa nuova ondata mediatica per promuovere il suo business. Un buffetto sul collo a chi passa ore a scrollare TikTok per vedere questi contenuti che non portano a nulla. Se non fare centinaia di chilometri per smerigliarsi il vetro dell’IPhone, quando potevi farlo sotto casa da “Smeriglio meraviglio”, che, però, non ha un account su TikTok.
Uno dei numeri migliori di Zio. Apprezzo sempre molto la tua capacità di unire i puntini in questo multiverso di fenomeni social.