Una gigantesca puntata della "Zanzara"
Partiamo da Filippo Champagne e arriviamo agli "incel".
Ciao,
Io sono Vincenzo e questo è zio, un messaggio di posta elettronica tematico e ricorrente.
Come va? Io bene grazie. Contento che il nuovo corso di questa newsletter sia stato apprezzato. E contento di proporti questo progetto sul quale abbiamo lavorato molto, e a cui ho contribuito come autore: si chiama L’anno del rap, l’anno di Napoli, è andato in onda su RaiDue la scorsa domenica , ed è una sorta di docu. Lo trovi anche qui su RaiPlay: è la prima volta che scrivo uno show per la tv, fammi sapere cosa ne pensi.
Detto questo, fine promo, veniamo a noi: forse i tre temi di oggi si tengono un po’ per mano. Capiamo.
H24 in algoritmo
Da qualche mese le piattaforme social si sono clamorosamente riempite di video in cui appaiono tre personaggi in particolare: Davide Lacerenza, Filippo Champagne e Nevio Lo Stirato. Il primo opera nel mondo della ristorazione, ed è da tempo conosciuto per la sua vita notturna e le uscite pubbliche. Il secondo sarebbe noto per lo stile di vita — a suo stesso dire — orgogliosamente dissoluto e pieno di vizi. Al terzo, un corriere sulla sessantina, viene attribuita la fama di giocatore d’azzardo incallito che avrebbe perso “milioni di euro”.
Già noti a una porzione del pubblico social, i tre sono diventati celebri anche — e forse soprattutto — grazie alle loro apparizioni nello show di Radio24 La Zanzara e alla sua forte presenza digital: è qui che le loro storie, tra serate turbolente e albe tragiche, sono diventate di dominio pubblico. Ed è qui che alcuni dei loro “tormentoni” hanno trovato casa, finendo per circolare poi fuori dalla trasmissione — “È regolare”, “Nitrisci cavallo!”, “Poveri!”, “H24 in gaina”. Stare alla “canna del gas”. Far “ballare la fresca”.
Nonostante età, storiacce e qualche rivoltante motto, i tre sono così riusciti a circolare sui social con lo stesso passo di uno scafato content creator di una ventina d’anni: su TikTok, dove i video in cui si manifestano accumulano milioni di view, e dove — richiesti a gran voce dal pubblico — finiranno per diventare protagonisti di un format editoriale (e del compleanno) di Steven Basalari. E su Twitch, dove stanno cominciando ad avere accesso ad alcuni dei “salotti” più celebri della community italiana.
Solo negli ultimi giorni, per esempio, Filippo Champagne ha preso parte ad alcune live di Grenbaud, streamer tra i più seguiti d’Italia e fresco finalista di Sanremo Giovani 2023, all’interno di tavole rotonde insieme ad altri creator — Jody Cecchetto, Kokeshi, Anakin, lo stesso Basalari. Facendosi distinguere principalmente per un diverbio con Lollo Lacuste in cui ammette di aver perso “due milioni di euro” al gioco, per qualche insopportabile tirata sulle relazioni. E per questa sorta di confessione che sta trasfigurando in meme proprio in queste ore.
Generatori a getto continuo di content attraverso battute controverse e racconti di notti infinite, negli ultimi mesi i tre sono anche diventati protagonisti di format e podcast vari, interlocutori “perfetti” di un genere che, per andare online, sembra ormai quasi aver bisogno necessariamente di due microfoni, una videocamera e una persona che abbia voglia di straparlare ed essere divisiva.
È in un progetto dallo spirito e dell’ambizione vagamente zanzariana come Gurulandia — da cui erano già passati Vittorio Sgarbi, Wanna Marchi, Flavio Briatore, Vittorio Feltri e lo stesso Cruciani — che i tre si sono infatti presi anche il pubblico di YouTube (segnalo peraltro la puntata con lo streamer Dario Moccia, che si definirà addirittura “Primo ospite di sinistra di questo podcast”). Parlando di “sesso, bamba e champagne” e liberando le loro intollerabili perle del giorno.
Così il successo di Lacerenza, Nevio e Filippo oggi suona armonico e perfino naturale, rispetto a un’offerta contenutistica in cui trovano sempre più spazio la frase del cazzo detta per creare uno scontro, l’affermazione cruda e veemente per bucare lo schermo, il litigio nato e cresciuto su premesse verosimilmente artificiose, il confronto fra opposti pensato per creare un po’ di contenuto, la costruzione di un personaggio volutamente provocatorio. Soprattutto in un momento in cui l’engagement — ossia il livello di interazioni provocate dai video — diventa una metrica sempre più centrale.
“Sentite qui!!” (Sul “curioso” brand stampato sulla maglia rimando a questo link).
È come se una parte consistente dell’internet italiano si stia lentamente trasformando in una sorta di gigantesca puntata diffusa della Zanzara: tra il nuovo corso di Muschio Selvaggio fatto di opposti messi l’uno di fronte all’altro, e i pilotatissimi scontri virali tra ragazzini che discutono animatamente su chi sia meglio fra Shiva e Rondo. Tra i podcast pensati per ospitare personaggi ai quali estorcere citazioni eclatanti da riversare su TikTok, e i video in cui creator litigano in modo così clamorosamente finto da diventare un genere parodico. Esattamente come alla Zanzara — le cui puntate, non a caso, appiono frequentemente nella classifica dei trending di YouTube.
“Cosa dicii?? Cosaaa diiciiii"?!” continuerà quindi a ripetere incredulo e urlante Damiano Er Faina, come abitato da un demone che non riesce a uscirgli dal petto, mentre litiga in diretta con lo streamer En3rix — famoso per le sue posizioni volontariamente polemiche, tanto da aver appena giurato di preferire il McDonald’s all’amatriciana. “Nonna scusaaa! Nonna scusaaa!”. Nei commenti vengono ricordate le decine di volte in cui la stessa dinamica si è già ripetuta, magari per un calciatore qualsiasi preferito addirittura a Maradona. Il video a oggi conta più di 3 milioni di visualizzazioni.
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Best seller
Capita spesso — a causa della stessa dinamica — che in questi podcast appaiano tra gli altri anche personaggi che vantano grandi ricchezze, mentre cercano di vendere corsi per farti diventare milionario in pochi passi. Degli esperti di strategie e “percorsi” per l’online marketing, animati nella gran parte dei casi dal travisato concetto di growth mindset — lo stato mentale proattivo e orientato al successo di cui scrive la psicologa Carol Dweck.
Di questo mondo parlavo sia su Sei vecchio (il mio libro, eccolo!) che qui su zio, raccontandolo come un fenomeno social di insospettabile popolarità, fatto di frasi motivazionali di personaggi famosi che dovrebbero ispirarti a dare di più, e di sedicenti esperti d’infobusiness che da Dubai provano a spiegarti come dovresti vivere per raggiungere il milione. Talvolta anche allargando il raggio dell’opinabile, in video alla Andrew Tate in cui prendono posizioni volutamente forti e controverse.
Da qualche settimana, in particolare, sto seguendo la parabola e le produzioni di Frank Maggiorino, un giovanissimo consulente “in missione per impattare il mondo” che negli ultimi tempi ha cominciato a pubblicare su TikTok un ciclo di video più o meno uguali, in cui sermoneggia su qualsiasi cosa da una poltrona mentre una ragazza, di fianco, lo ascolta con profondissimo interesse.
Mani giunte a triangolo e posa da guru, queste clip hanno cominciato a circolare soprattutto grazie a un video da due milioni di visualizzazioni del settembre scorso, in cui spiega cosa non si dovrebbe indossare per “avere genuina autostima”, e per non fare la figura del “perdente”. Oggi ha un sito in cui promette di farti fare “consulenze a sei cifre”, e ha da poco pubblicato un libro da 250 euro: Impatto Milionario — che su Ansa e AdnKronos viene curiosamente definito “best seller” già dal giorno stesso della sua uscita.
Tra consigli su come raggiungere il successo, o concentrarsi sui soldi evitando distrazioni sociali, anche Maggiorino nella sua produzione non fa a meno di lambire temi legati alla politica e alla società: come quando sentenzia che i generi sono solo due, ci spiega come funzionano i rapporti di coppia, ci insegna come “funziona” con le donne. O, ancora, come quando parla d’istruzione e cultura.
In questi contenuti la scuola viene presentata come inutile “nella vita reale”, e si racconta di professori che diventano ostili quando gli viene chiesto quand’è che si comincia finalmente a parlare di come si fanno i soldi — in barba agli inconcludenti programmi scolastici convenzionali. Così come l’università: una “truffa” pericolosa che avrebbe fatto sprofondare intere famiglie nei debiti, all’interno di un sistema in cui tutto ciò che non è profitto sarebbe da evitare, e in cui perfino chi ci consiglia di andare a vedere Oppenheimer al cinema starebbe sostanzialmente sabotandoci per acquisire un vantaggio competitivo e relegarci su una poltroncina per tre ore.
Poi intendiamoci, questa specie di critica al sistema scolastico non è un tema del tutto nuovo: né all’interno di video come questi, in cui la necessità di modellare la propria esistenza sulla sola capacità di creare profitto tende esplicitamente a marginalizzare qualsiasi attività che non porti alla crescita del proprio conto in banca, o quanto meno del proprio mindset. Né in contenuti più ambigui e “Gen Z”, come in questa clip diventata virale su TikTok tratta da una pagina che si chiama — non a caso — Energise Motivation. E in cui si racconta che la scuola starebbe uccidendo le menti dei ragazzi, tra gli è “È vero!” e i “La gente non capisce!” dei 22mila commenti. Ci torneremo.
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Al massimo
Da qualche mese in rete si è cominciato a parlare di looksmaxxers, giovani — a quanto pare — ossessionati dalle apparenze, che lavorerebbero in modo esasperato per rendere il proprio corpo il più attraente possibile.
Nato nel mondo del gaming e dei giochi di ruolo — dove il suffisso max viene in genere utilizzato per indicare lo sviluppo o il miglioramento di un personaggio — il termine ha cominciato a circolare da tempo soprattutto negli ambienti incel: ossia quelle tossiche community online composte da “celibi involontari” che “credono di essere destinati dalle ingiuste regole della società a non fare mai sesso” (per citare VICE), e appartenenti a quell’arcipelago di gruppi generalmente antifemministi, e “dedicati ai problemi e ai diritti maschili”, noto come manosphere.
Da qui, assumendo una connotazione per lo più estrema, l’ossessione per l’estetica e il looksmaxxing avrebbero preso una deriva naturalmente più affine all’assillo per il benessere fisico e l’abbigliamento presente nel Patrick Bateman di American Psycho — da sempre icona dei cosiddetti maschi sigma —, che alla più semplice e salutare cura di sé stessi. Trasformandosi in un’ambigua tendenza social, e percorrendo quella sottilissima linea che divide meme, consigli di bellezza e preoccupanti tensioni superomistiche.
È così che col tempo — in modo ironico, ma non solo — hanno cominciato a circolare nuove attività e parole legate alla massimizzazione delle potenzialità del proprio corpo: si parla di mewing, il mantenere la lingua sotto al palato illudendosi di dare una forma più squadrata alla mascella, e di cui si scrive già da anni anche in alcune riviste di bellezza. Di starvemaxxing, una forma di digiuno estremo. Di mogging, dichiarare d’essere più bello di altri, e di hunter eyes come ideale di bellezza. Di Canthal tilt, il calcolo dell’angolazione dello sguardo, oggetto d’ossessioni e misurazioni. E di bone smashing, la pratica apparentemente più cruda e famosa.
Basato su una teoria sviluppata nell’Ottocento dal chirurgo tedesco Julius Wolff, il bone smashing consisterebbe nel rimodellamento delle ossa della mascella causato da traumi e martellamenti ripetuti, per rinforzarle e aumentarne la mascolinità. Da mesi turba giornali in giro per il mondo, allarmati dal “nuovo trend virale”, sebbene i casi reali sembrarebbero essere effettivamente pochi — una specie di via di mezzo tra una trollata e una leggenda metropolitana, basata sull’ideale di fierezza machista dei meme Chad e GigaChad: archetipi di maschio alfa sempre a metà tra ironia e veleno, caratterizzati dal colpo scultoreo e dalla mascella superba e prominente.
Benché se ne scriva da un po’ di mesi, nelle ultime settimane la filosofia del looksmaxxing ha cominciato a diventare più rilevante soprattutto grazie alla sua crescente diffusione su TikTok, e all’interessamento del New York Times. Esempio lampante di come certi temi, e persino un certo tipo di equivocabile ironia di nicchia, possa diffondersi su altre piattaforme — anche quelle popolari e frequentate dai più giovani.
È il caso, per esempio, di Dillon Latham e dei suoi numeri: giovane autore di video da milioni di view dedicati al miglioramento del proprio corpo e alla beauty routine, negli scorsi mesi è stato accusato di usare esplicitamente parole d’ordine del mondo del looksmaxxing all’interno dei suoi contenuti, e dunque di promuovere concetti di natura incel — per questo, secondo alcuni, un gruppo di anonimi avrebbe ottenuto e pubblicato online sue informazioni personali.
O di Syrianpsycho, che si definisce “#1 looksmaxxer”, e nei suoi filmati spesso virali prova a raccontare i benefici senza scorciatoie del softmaxxing — pratica dal nome nuovo e ambiguo, apparentemente basata su esercizio fisico, igiene e cura dell’immagine. In un famoso video ripercorre i suoi due anni di lavoro, tra cura della pelle, palestra e filtri TikTok che gli cambiano i connotati, facendolo apparire più squadrato e GigaChad: i commenti sono più di 25mila, in gran parte dei quali gli viene ripetutamente chiesto come abbia fatto a rimodellare la mascella.
Fine. Tu che dici? Parliamone: su Instagram, su Twitter, su LinkedIn, o nel clubbetto Telegram di “zio”.
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Hai tracciato un percorso più che lineare tra questi 3 fenomeni che a mio parere rientrano a pieno nel più ampio concetto di manosphere.
Sono due gli spunti che mi sovvengono leggendo questo numero di "zio": da una parte la conferma della natura sempre più polarizzata/polarizzante dei contenuti e dall'altra la tenuta stagna delle bolle, che ormai definirei dei veri e propri silos impenetrabili e cechi a qualsiasi cosa ci sia fuori (la parola bolla mi riporta ad un concetto di fragilità e trasparenza).
A rischio di suonare una vecchia millennial (cosa che effettivamente sono) mi chiedo che ripercussioni abbia/avrà tutto questo sui giovani maschi che mi sembrano sempre più invischiati in queste manifestazioni pecorecce e ultra-performative di una mascolinità totalmente distaccata dalla realtà.
Grazie Vincenzo per aver messo insieme questi punti e ampliato il mio sguardo su luoghi dell'internet che, viste le bolle/silos di cui sopra, mi sono solitamente invisibili.
Per quanto abbastanza avvezzo a girare per la mano sphere tra incel e gigachad vari (per motivi di studio ovviamente) il fenomeno lookmaxxers mi sfuggiva. Per come la vedo io un fenomeno che appunto dal gaming o dall’Internet per GenZ in generale può essere una porta d’ingresso nella tana del bianconiglio degli incel. Va sicuramente tenuto d’occhio anche nell’ottica educativa dei giovani maschi che per me è IL tema in questo giro di anni.