Ecco qua quello che vorresti sapere su Tellonym
C'è un nuovo social network dove ti chiederanno se “ti metteresti mai con un 2007”.
Ciao,
Io sono Vincenzo e questa è zio, la newsletter che ti stampa un bacio in fronte ogni fine settimana. La fronte è la tua voglia di conoscere le manie della GenZ. Il bacio è solo virtuale. Polizia dell’igiene stai tranquilla.
Come andiamo? Io ultimamente non so mai cosa dire quando me lo chiedono. Di solito rispondo che ho fatto la pasta fresca — vero. O che non ho sintomi parainfluenzali.
Tra l’altro pensavo: te li ricordi gli spot in cui si parlava di “tran tran della vita quotidiana” e “giornate tutte uguali”? Ecco, adesso sono tutte uguali — ma seriamente.
Le attività principali delle nostre giornate, per noi che dobbiamo restare a casa e basta, sono essenzialmente tre:
Guardare cose davanti al computer o al telefono;
Fare attivamente cose davanti al computer o al telefono;
Lurkare gli sconosciuti davanti al computer o al telefono.
Infatti io ho gli occhi in fiamme. Il risultato è che stiamo finendo l’Internet consultabile. Per fortuna tra gli zoomer è spuntato fuori Tellonym.
Cos’è questo Tellonym?
“grz mille a tutti e l'app è davvero tutta la mia vita raga la adoro tutti i miei amici c l'hanno quest'app su Insta anche se riceverete comm negativ…”
Recensioni su Play Store - 15 marzo 2020
In queste settimane abbiamo ampiamente parlato di musica, di YouTube, di politica, di filosofie orientali. Adesso abbiamo anche un nuovo social network.
Si chiama Tellonym e sta circolando molto fra i giovani-giovani. Si definisce “Il posto più onesto di Internet”. Il nome è un gioco di parole tra “Tell on him” e la y di anonymous.
Questo perché di base ti permette di lasciare delle frasi in anonimo (i tells) sui profili degli altri. Di solito sono domande di cui l’utente stimola l’invio postando il link del proprio account su altri social. Poi si risponde. Fine.
Per vedere il video devi cliccare sull’immagine.
Il logo è una faccia coperta da un sacchetto, che ha — a sua volta — una faccina vagamente antropomorfa. È come Giorgia Meloni che accusa il governo di “deriva autoritaria”.
Se ti ricordi, anni fa girava un’app che ti faceva fare una cosa del genere, ask.fm. Poi ci sono stati Sarahah, ThisCrush, CuriousCat: stessa storia, stessa cosa e stessa fascia d’età — anche se in periodi diversi.
Mi viene da pensare che gli adolescenti, qualsiasi sia l’anno o il contesto, da qualche tempo alla fine trovano sempre un’app di segretucci e frasi anonime da utilizzare e mandare in hype. Adesso è il momento di Tellonym. Andiamo avanti.
“Crush”, “Tellonym” e “cringe” in una sola frase. Rispetto.
Mi sono iscritto a Tellonym un paio di settimane fa. Ho anche condiviso il link del mio profilo su Instagram. Ho ricevuto una ventina di domande, quasi tutte di bot — immagino, o comunque dei tells finti che l’app probabilmente ti manda per popolare la tua bacheca.
Lo sospetto perché mi è capitato di aprire l’app e trovarmele in inglese, così, di colpo, senza senso. Comunque sia: mi ci sono fatto un po’ di giri, e ho parlato a caso con altra gente. Rispondono tutti subito.
Da dove spunta fuori Tellonym?
Tecnicamente, Tellonym nasce dall’idea di tre studenti tedeschi nel 2016. Maximilian Rellin, il CEO dell’azienda, ha proprio la faccia di uno a cui sta bene questo nome.
Dice che la sua app ultimamente supera tranquillamente il milione di utenti giornalieri e i 13 milioni di iscritti totali. Solo a gennaio sarebbe stata scaricata 600mila volte.
Al che tu mi dirai: ma scusa come ha fatto un’app concepita quattro anni fa a diventare una delle nuove attività online preferite dai teenager quattro anni più tardi, durante una quarantena nazionale?
Non lo so. Però ti posso dire cosa ho capito investigando sulla cosa — lockdown, giorno 27.
Un rappresentante della coorte anagrafica prova Tellonym (immagine dell’autore).
Se provi a cercare “Tellonym” su YouTube trovi una marea di video in tedesco, spagnolo, portoghese, polacco, arabo. Ci sono anche quelli italiani, ma sono arrivati un po’ dopo.
Questa cosa mi ha fatto pensare a SKAM Italia, la serie di cui avevamo parlato qualche settimana fa, che aveva cominciato a circolare tra i teenager del mondo in modo totalmente random, partendo dalla Norvegia fino ad arrivare a noi.
A qualche italiano, però, la cosa deve essere finita sul tel. Ed è a questo punto che scende in campo, come quasi sempre, la comunità online più citata da zio: la k-pop army italiana, quella che è riuscita a far diventare Conte un meme anime.
E infatti se cerchi “Tellonym” su Twitter trovi un botto di tweet italiani, molti dei quali con foto di k-pop idol come immagine profilo, e varie lamentele sui locals che non lo sanno usare davvero.
“Locals” è come dire “sfigati”
Insomma, io non so dirti come questo Tellonym sia arrivato in mano alla figlia tredicenne di mia cugina — storia vera.
Però posso immaginarlo attraverso questa ricostruzione di fantasia: qualche user influente della army italiana lo ha probabilmente visto fare a un utente di qualche altra army internazionale, portandolo anche in Italia, su Twitter, su TikTok, su Instagram.
Mettici pure che buona parte degli utenti di Tellonym è adolescente, ed è quindi in quella fase violenta in cui siamo tutti parte di una hivemind totalizzante che non ci permette di sviluppare criteri di giudizio selettivi e gusti personali, e che ci obbliga a comportarci come gli altri, a scaricare le loro stesse app.
Cosa che — ti anticipo — racconta molto di quello che ci trovi sopra.
Cosa ci trovo su Tellonym?
E infatti le cose che devi necessariamente sapere a questo punto sono due: la prima è che sugli store online come quello di Apple devi avere almeno 17 anni per scaricarla, ma che sul sito dell’app ti dice che ne bastano 13.
Seconda: come per ask.fm e gli altri che lo hanno seguito, Tellonym ha cominciato da subito a ospitare porzioni rilevanti di bullismo online.
La società dice di avere filtri che rimuovono contenuti che non rispecchiano le linee guida, e che i suoi moderatori controllerebbero circa 200 messaggi al giorno — tra quelli flaggati come “non appropriati” — cancellandone mediamente il 60 percento.
Malgrado ciò basta farsi un giro su Twitter o nelle review dell’app per leggere le esperienze di chi ha ricevuto minacce e insulti, definendola “pericolosa”.
In Inghilterra, tra l’altro, questa storia del bullismo online avrebbe portato due scuole di Manchester ad avvisare i genitori degli studenti sul possibile utilizzo dell’app da parte dei propri figli, dopo aver avuto contezza di “contenuti inappropriati, commenti e fotografie che avrebbero causato angoscia” presso i ragazzi.
Durata della ricerca per trovare un tweet del genere: 12 secondi.
Piccola nota: sto dicendo che dobbiamo chiuderla subito, e che anzi dobbiamo sprangare Internet?
No. Sto dicendo che il problema sono gli stronzi come sempre, nella vita vera come in quella online.
Stronzi a parte, comunque, ecco un rapido elenco di frasi o domande che puoi trovare solitamente su un profilo Tellonym:
“Sei single?”
“Di che anno sei?” (gli anni di nascita sono un grande classico zoomer)
“Mi dai il tuo numero di tel?”
“Non so se scriverti” (e altri tormenti interiori legati all’anonimato)
“Ti metteresti con un 2007?” (come sopra)
Eccetera. Come vedi è un social essenzialmente flirtarello, sul quale finisci a leggere le domande che gli altri fanno alle persone che ti interessano. Ma anche — o soprattutto — a quelle che non conosci.
Cosa stai cercando di dire?
C’è una teoria scientifica che si chiama “numero di Dunbar”. Secondo questa teoria l’estensione delle cerchie sociali che riusciamo a gestire arriva a comprendere al massimo 150 persone. Non di più.
Possiamo associare 1500 nomi a 1500 facce, più o meno. Ma difficilmente riusciamo a superare il limite delle 150 persone con cui possiamo intrattenere relazioni, ricordandone il nome e un po’ di tratti psicologici — voi quanti amici avete su Facebook? Io 962.
Secondo Dunbar, che ha elaborato questa teoria negli anni Novanta, le cose dopo Internet non sono cambiate di molto: il nostro cervello è sempre lo stesso, con la differenza che adesso riceviamo impulsi repentini, costanti, che restano senza volto — se non propriamente anonimi.
Katie Notopoulos di BuzzFeed si è fatta un po’ di domande su questo tema:
“Una notte, durante una sessione di scrolling su TikTok, mi è venuto in mente: ma tutto questo, cosa sta facendo al mio cervello? Nel senso: cosa comporta starmene a letto a guardare le vite di migliaia di persone che non incontrerò mai in vita mia? Mi fa male? La mia mente è equipaggiata per sopportare la vista di così tanti sconosciuti?”
Per farla breve, ha consultato un po’ di esperti e le hanno che non esistono prove scientifiche. Quindi si è data questa risposta:
“Il mio cervello ha molto da lavorare, coi post degli amici. Con quelli c’è da rispondere, mettere like a una foto, rispondere nei DM di Instagram, e ci sono pezzi di informazione che tendo a conservare — le vacanze di tizio, il nuovo taglio di capelli di caio, fidanzamenti vari: cose che tengo da parte per conversazioni future. Con gli estranei invece sono libera. Non devo tenermi niente. Tratto i loro post come fossi la visitatrice di un parco nazionale: non lasciando tracce, facendo qualche screenshot occasionale.”
L’altro giorno stavo leggendo questo pezzo di VICE US su quanto i millennial siano ormai i nuovi “vecchi” anche se solo 25enni, e sul perché gli zoomer siano totalmente diversi da loro.
L’autore sostiene che:
“Culture feels like it's accelerating faster than we can keep up”
E che rispetto a prima, quando — per esempio — all’icona pop amata dai teenager era praticamente demandato di cimentarsi in messaggi politici (Lady Gaga, Kendrick Lamar), adesso sia la musica dei nuovi giovani, che il loro intrattenimento, sarebbero tendenzialmente disingaggianti — si può dire?
Il paradosso è che a un brand possono tranquillamente riconoscere un’autorità morale e ideologica (esempio: Nike negli USA, Netflix a Porta Venezia) senza percepire una “commercializzazione” delle cause, mentre quanto ai consumi culturali questi mattacchioni degli zoomer cercherebbero principalmente il disimpegno — sia nella musica (es: Billie Eilish) che sui social.
Ed ecco qua. Tellonym piace perché probabilmente è come quel parco nazionale di cui parlavamo sopra: ci passi attraverso, lo guardi, non lo tocchi — e se lo fai la Forestale non può sgamarti. E con questa chiudiamo il ragionamento, arrivederci.
Noi ci vediamo presto. Io vado a fare la spesa: emozionato.
Intanto, se sei nuovo, puoi recuperare un po’ di vecchi episodi. Poi: rispondendo a questa mail, o su IG, o su Twitter, puoi lasciarmi consigli o sfidarmi con degli indovinelli difficili. Ti ricordo che puoi anche ascoltare della mia musica su Spotify e Soundcloud. Così.
Alla prossima ciao!
se sblocco una persona su tellonym la persona che ho sbloccato riceverà una notifica di avviso o in qualche modo verrà a sapere che l'ho sbloccata?
Io ho tellonym su Google ma è possibile che nn mi faccia inviare foto🙄