Ti ricordi quando ci siamo conosciuti?
Cosa è successo nel 2020, visto da "zio" (cioè questa newsletter).
Ciao,
Io sono Vincenzo e questa è zio, la newsletter indimenticabile a tema Gen Z.
Volevo dirti un po’ di cose. Uno: per qualche ragione sta continuando il mio esperimento a caso su Twitch. Qualche giorno fa abbiamo fatto quattro chiacchiere con Pietro Minto di “Link Molto Belli”, e vorrei poterlo fare anche con altre persone: se ti interessa iscriviti al mio canale.
Due, a proposito di newsletter, è arrivato su Substack pure fratm’ Leonardo Bianchi con la sua verticalona sui complotti che si chiama: “COMPLOTTI!”. Te la consiglio molto. Terzo, zio ha appena compiuto un anno e ha superato i 4000 iscritti (grazie 📯): la cosa mi sembrava un motivo validissimo per buttar giù un bel PUNTATONE NATALIZIO.
E quindi: questo episodio di zio sarà un collage con il meglio di ciò di cui abbiamo parlato quest’anno (ad uso e consumo di chi sta arrivando adesso), ma anche con qualche aggiornamento (così anche chi non se l’è mai persa è contento). Eccoti un po’ di letture vacanziere.
Parliamo un attimo di TikTok
Cos’è questa piattaforma a metà strada fra un social network a base di balletti e una specie di incubo prepuberale ricorrente? Un posto di cui ti raccontavo a dicembre scorso: oggi è diventato il Nuovo Social di Riferimento per i giovani (e per il mondo della comunicazione digitale che a loro cerca di rivolgersi) e sta diventando sempre più mainstream (che è una cosa che ti avrebbe potuto dire un hipster nel 2012 su qualsiasi cosa). Se clicchi qui o sul titolo rileggi quell’episodio.
Riprendi Skam Italia e mettiti in pari col pianeta Terra
A inizio gennaio ho deciso che il mio anno sarebbe cominciato con un bel bingiolone di tutte le stagioni di Skam che mi ero perso — insieme agli altri over 18 di questo paese. Viene fuori che facevo malissimo: sia per il fenomeno, che per come è stato scritto e confezionato.
In poche parole: è una teen-series che dovresti guardare a prescindere da quanto sei anziano, e che nel frattempo — dall’uscita di quell’episodio di zio — si è arricchita con un’altra stagione. Rimettiti in pari qui.
Ancora: breve inciso per mettere insieme Matty Il Biondo e i filtri di Instagram. Il primo è il ragazzino che diceva di godere “come un riccio”, e che a un certo punto è stata una sensation anche per salotti stile Barbara D’Urso — ora fa i video ASMR. Instagram: avevamo parlato della “Instagram Face”, dei filtri, e ci eravamo fatti tutto uno svarione psicosociale: nel frattempo la piattaforma si è poi concentrata sul mondo shop, e ha scoperto di dover fare i conti con la concorrenza di Twitch per le live. Andiamo avanti.
La trilogia del K-pop e di Giuseppe Conte Senpai
Se volessimo provare a enucleare il 2020 dal Covid, a quest’anno di merda resterebbero attaccati alcuni trend sociali che sono destinati a essere rilevanti nei prossimi anni.
Uno di questi è il fatto che sta diventando sempre più accettato dichiararsi fan del pop coreano e venerare le boyband che quel mercato produce (come i BTS), coagulando fanbase gigantesche. Qui da noi il riflettore sulla “K-pop army” locale si è acceso dopo questo video viralino e non si è più spento — o meglio: il fenomeno ha continuato a produrre una serie di eventi inaspettati, fino a deflagrare in un meme POLITICO.
(Immagine dell’autore, come tutte le altre)
È la storia (raccontata poi in un altro episodio) della “risemantizzazione” di Giuseppe Conte come oggetto di devozione per la community K-pop italiana: sicuramente la cosa che mi ha fatto più schizzare il cervello fuori dalle orecchie, anche perché poi dopo si è tramutata nel fenomeno delle “Bimbe di Conte” e in una specie di milieu littéraire para-erotico (qui, ancora, mi ero riletto alcune fanfiction a tema Conte).
Insomma, è la trilogia “Conte Senpai” di zio: se vuoi recuperarla vai qui (il K-pop e i BTS), qui (Conte memato e fancammato) e qui (Conte mastermind dell’erotismo letterario digitale ).
“Me contro Te” e i video strambi che crescono tuo figlio
Ecco un paio delle mie puntate preferite. Partiamo dalla prima: conoscevo poco del mondo “Me contro Te”, animato da una coppia di youtuber che produce video per under 12 (immagino). Ho recuperato ore e ore di loro produzioni e ho cercato di capire la ragione del loro incredibile successo (tra incassi da record al cinema e album musicali), allargando il discorso allo strambissimo mercato digitale per bambini, agli algoritmi di YouTube Kids, e come questi stiano influenzandone i contenuti.
Lo stesso discorso lo abbiamo fatto anche con quei cazzo di video recitati male e doppiati peggio in cui degli attori interpretano personaggi sbadatini che fanno scherzi scemi e mettono cose in bocca: sembrano robe innocue, ma stanno letteralmente colonizzando YouTube — e dietro c’è un enigmatico sistema che arriva fino in 🥁 Russia.
“Ti pentirai di aver approfondito la storia di Social Boom”
Social Boom è uno youtuber (in qualche modo, pare, vicino a Fabrizio Corona) specializzato in gossip e pettegolezzi nel mondo dei trapper e dei creator digitali.
Tra fine febbraio e inizio marzo (quindi tipo 13 anni fa, in mesi percepiti) aveva annunciato di essersi introdotto a Codogno in piena fase “zona rossa” per fare lo scoopone. Poi ha rischiato di avere cazzi con la legge ed è finito da Giletti.
Da allora si è buttato su Twitch e fa delle dirette con un cappello da pescatore in testa sul quale spesso si legge il nome del brand di moda legato a Corona (mmm). La “zio” su di lui è qui.
Giochini e app ne abbiamo?
A un certo punto abbiamo anche fatto due parole su app e videogame (mercato che tra l’altro è in crescita spaventosa).
Tellonym e Gacha Life, per esempio. Il primo (episodio qui) è una specie di piattaforma in cui fare domande anonime che ovviamente è diventato una specie di discarica di insulti gratuiti e pericolosi; il secondo (che trovi qui su zio) è un gioco online molto apprezzato dai più piccoli in cui si poteva interagire con altri, vestire (e svestire) i propri avatar, e che ha preso chiaramente una piega creepy.
Altra roba gaming: impossibile non citare Fortnite (ormai abbastanza noto, ecco qui lo speciale di un annetto fa) e Among Us, gioco online molto basic fatto di assassini e sospetti che a un certo punto è diventato l’ossessione di tutti — e il contenuto principale delle live su Twitch, in Italia e all’estero.
Menzione d’onore: Animal Crossing, gioco per Nintendo che è stato considerato metodo d’evasione in pieno lockdown da varie persone (dottoroni inclusi), e che ti permetteva di tenere i contatti con gli altri pur restandotene bello tranquillone su un’isoletta tutta tua — cento per cento “2020”. Ne avevamo parlato qui.
Le bare ghanesi e “fratellì”: insomma i meme
A momenti alterni, così com’è nel destino biologico dei meme, si sono avvicendati tormentoni digitali più o meno comprensibili.
Se clicchi qui ripercorri la storia di quel video coi becchini del Ghana e in sottofondo la musica zarra, che è diventato mega defining dell’anno appena trascorso. Qui invece c’è la storia di “Ho preso il muro fratellì”, video virale che racconta molto (più di quello che mostra) sul nuovo pseudo jet set digitale.
In tutti e due i casi non ci sono state importanti evoluzioni post-zio da segnalare, ma hanno stimolato dei mezzi ragionamenti che magari ti va di approfondire — come nel caso di un altro meme, quello del Bugs Bunny comunista.
Espressioni gergali rilevanti
Tipiche del mondo Gen Z, o almeno di una sua parte, che abbiamo imparato a conoscere:
“Fareshi” e “dondurè”, importate, italianizzate e diffuse dal duo trap $ki & Wok (qui la loro puntata);
“No cap”, che vuol dire tipo “seriamente” o “non scherzo”, che ci aveva fatto parlare un po’ di Gen Z, fake news e complotti — e che l’altro giorno è finita pure in un quiz di RaiUno;
“Check”, della quale mi limito a linkare l’episodio a tema per dispetto.
Chi era quindi ‘sto Jonathan Galindo?
Quella di Jonathan Galindo è stata certamente la più conturbante delle storie finite su zio quest’anno. In due righe: qualcuno ha preso le foto di un tipo mascherato da Pippo e ha fatto credere che esistesse questo personaggio super pericoloso che attentava alla salute mentale e fisica dei ragazzini costringendoli ad atti in stile Blue Whale e simili.
Quando ne abbiamo parlato qui la cosa cominciava a far saltare i nervi alla stampa italiana, già pronta in modalità Iene: poi la cosa si è diffusa incontrollabilmente qualche mese dopo.
All’epoca avevamo fatto due pensieri sull’isteria automatica che nasce attorno a fenomeni di questo tipo, ma anche sul modo in cui gli zoomer e i nuovi creator digitali ne stavano parlando (non senza responsabilità): di merda, esattamente come “i grandi”. Leggi tutto qui.
Altre due robe: i “lofi beats” e “Il Collegio”
Metto insieme questi due fenomeni sennò la mail mi viene troppo lunga: il generone “lofi beats” è un trend musicale che ha dato vita a decine di canali streaming su YouTube specializzati nella messa in onda di tappetoni musicali molto chill fatti apposta per studiarci sopra. Trovi la mia analisi qui.
“Il Collegio” invece è uno show di RaiDue in cui dei ragazzini sono costretti a fare l’esame di terza media in una struttura isolata dal mondo e in un contesto ambientato indietro nel tempo di X anni. È l’unico programma della tv italiana di cui freghi qualcosa agli zoomer, ed è il soggetto di tutte le video reaction — sia su YouTube che su Twitch — che hanno funzionato di più quest’anno, con milioni e milioni di views. Perché? Boh ho cercato di capirlo (intanto la quinta stagione è finita pochi giorni fa).
Musica importante
Affreschino veloce: abbiamo citato un nuovo potenziale sottogenere musicale tutto italiano, che però poi mi sa che è pian piano scomparso. È durato un’estate buona, ed è cominciato prima con “Bando” di Anna (di lei abbiamo parlato qui) e poi con “AutoBlu” di Shiva (qui la puntata su di lui).
Entrambe sono state le prime hit italiane post-pandemiche, entrambe (come molte altre in quel periodo) condividevano lo stile trap su un beat elettro-house danzellante di scuola italiana — il secondo addirittura su campioni di “Blue” degli Eiffel 65 (aggiornamenti: i due artisti hanno continuato a crescere e sono belli carichi per il 2021. Io no 🙁).
Esattamente un anno fa — ancora — abbiamo parlato di tha Supreme, che però poi è uscito con un altro album (“Bloody Vinyl 3”, insieme ad altri) ed è diventato l’artista italiano più streammato su Spotify nel 2020. Adesso dovresti conoscerlo.
Ma al di là del fenomeno della FSK Satellite e del momento WTF “Nostalgia per il 2016”, che affliggerebbe i romantici della “trap vecchia scuola” (ne abbiamo parlato anche su VICE), una delle robe più interessanti è stata forse la woo dance (o woo walk) e l’ascesa della drill italiana, spinta soprattutto da artisti come Rondo (o Rondodasosa).
Ne abbiamo parlato di recente, quindi non sto qui a farla lunga: sappi però che il balletto nel video di “Loubotin” (suo con Vale Pain) è un mezzo meme all’estero, e il pezzo è diventato virale su pagine internazionali come Grm Daily.
Ultimissima, volevo solo citare un altro paio di post importanti: questo sul “modo più Gen Z possibile di combattere la polizia” scritto dopo l’omicidio di George Floyd insieme ad Alice Rossi, e questa mia delirante professione d’amore per il neo-neomelodico.
E poi basta. Ci rivediamo nel 2021: un anno che sicuramente non ci farà mancare nulla, e che sarà pieno di contenuti da sezionare e contestualizzare come questo.
Io ti lascio con le solite raccomandazioni: salva questo indirizzo nella rubrica della posta sennò finisco in “promozioni” o in spam; questi sono i miei canali Twitch, Instagram, Twitter, LinkedIn.
Ciao, mi manchi ⛓